"Ma c’è un albero, di molti, uno, / un singolo campo che osserva dall’alto, / entrambi parlano di qualcosa che è passato: / la viola del pensiero ai miei piedi / ripete lo stesso racconto: / dov’è scappato il barlume visionario? / dove sono ora, la gloria e il sogno?" Con la commovente
Ode all'Immortalità di William Wordsworth, evocata da
John Clare inginocchiato davanti a una fredda lapide, si conclude il viaggio di
Penny Dreadful, in un cimitero che, nella sua decadente bellezza, esemplifica al meglio le parole del grande poeta inglese. Tutto è svanito, qualsiasi sogno vissuto dai nostri protagonisti è naufragato sugli scogli del Male, e solo il sacrificio estremo di
Vanessa Ives li ha salvati, in extremis, dalle tenebre eterne. Il mondo è purificato dalla pestilenza, per ora, e la catarsi ha preteso il suo prezzo, inciso a chiare lettere sulla tomba presso cui John Clare, finalmente illuminato dal giorno, piange la sua amica scomparsa.
Perpetual Night e
The Blessed Dark, ultimi due episodi della serie ideata da
John Logan, formano un dittico narrativo formidabile sebbene non privo di difetti. Molti interrogativi rimangono nell'aria in una conclusione che, malgrado l'iniziale concezione tristagionale dello show, ha seminato elementi che potevano certo aprire il campo a nuove gemmazioni drammaturgiche - l'avvento di
Lord Hyde, la spedizione in Egitto di
Sir Lyle, l'agguerrita
Catriona come valida sostituta di Vanessa nel cuore del pubblico come in quello di
Sir Malcolm e, perché no, di
Ethan stesso. Restano, quindi, dei punti insoluti: la storyline di Victor si conclude in modo indefinito e vago. Il coinvolgimento del giovane medico nello spettacolare combattimento finale tra i nostri eroi e i servi di
Dracula risulta frettoloso e legato alla necessità di collocarlo inequivocabilmente dalla parte del Bene, ma non convince del tutto. Miglior sfruttamento ci saremmo anche aspettati dalla vicenda del Dottor Jekyll, risoltasi in una collaborazione di fatto infruttifera tra il giovane meticcio e Victor, con una rivelazione finale che, in mancanza di una quarta stagione, lascia il tempo che trova.
I punti di forza di questo doppio finale sono, come sempre, nelle tematiche affrontate: mai quanto in questi due episodi, la morte è stata spunto per riflessioni tutt'altro che scontate. La morte di Vanessa lascia un vuoto nei sopravvissuti, questo è chiaro, ma Penny Dreadful scava più in profondità e ci presenta, di fatto, un orizzonte popolato di immortali infelici: dopo aver vissuto, per un breve periodo, l'illusione di un riconquistato tepore domestico, John Clare - o qualunque sia il suo nome - fronteggia la perdita del figlioletto, l'allontanamento da parte della moglie e la morte, non certo indolore, di Vanessa; quest'ultimo lutto, presumibilmente, viene vissuto anche da Dracula, che ha visto perire l'agognata compagna che rincorre da anni. E che dire di Dorian, confinato in un'immortalità ormai priva di qualsivoglia attrattiva? Accompagnato dalle malinconiche note del finale di Tristano e Isotta di Wagner, si staglia mesto contro l'ampia finestra oltre la quale il mondo continua il suo corso, in un gioco di reciproca indifferenza.
Gli immortali sono, quindi - a eccezione di
Lily, liberata dall'innamorato Victor e finalmente padrona della propria ritrovata umanità - coloro che perdono la partita, in questa tragica epopea che ci ha fatto temere la morte ma, in conclusione, ci fa riconsiderare il peso della vita. Tra le poche note dolci di questo amaro finale troneggia il legame, definitivamente cementato, tra Sir Malcolm ed Ethan. Se Vanessa era ciò che legava il nobile alla sua vita precedente e, quindi, al suo lento ma inesorabile fallimento come marito e come padre, il licantropo venuto da oltreoceano rappresenta, per lui, l'inizio di un cammino di rinascita e, cosa forse più importante, la base di una famiglia formata non sul sangue ma sulla mutua scelta. Una famiglia in cui ci sarà spazio, lo intuiamo dal calore dell'abbraccio finale, per Victor e, chissà, forse anche per Catriona. È in questo epico finale, dunque, che lo scopo di Ethan si configura appieno: nato nel Nuovo Mondo, è stato destinato a salvare il Vecchio Mondo e, parallelamente, l'ingrigito Malcolm per donargli nuovo smalto e direzionarlo verso un futuro incerto ma ancora pregno di possibilità. Un futuro senza Vanessa, certo. Ma se, per i protagonisti, è possibile contare sulla finzione drammaturgica per volgere uno sguardo all'orizzonte, per gli spettatori sarebbe impossibile immaginare il proseguio di
Penny Dreadful senza la sua eroina.
Già il limitato spazio concesso alla protagonista in questi ultimi due episodi grava come un macigno sul cuore del pubblico, che avrebbe preferito vedere qualcosa in più della sua vita con Dracula prima del grande scontro finale; l'assenza totale di Eva Green da una virtuale quarta stagione sarebbe stato un colpo troppo duro per uno show che ha potuto contare, da subito, su un cast composto di elementi eterogenei quanto insostituibili. Meglio, quindi, accostarci silenziosi a John Clare, inginocchiarci e piangere commossi la fine di Vanessa e, con lei, la fine di Penny Dreadful, che chiude il sipario con la medesima eleganza e profondità che l'ha incessantemente contraddistinta, facendola assurgere a pieno diritto all'Olimpo delle migliori serie tv che il nuovo millennio possa vantare.