Game of Thrones 6x05, "The Door": la recensione
La serie fantasy della HBO al giro di boa: tante emozioni nel finale di The Door, quinto episodio della sesta stagione di Game of Thrones
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I Primi Uomini erano gli avversari da battere in quel momento, e gli antichi abitanti del nord non avevano esitato a spingersi così oltre per difendersi. Senza pensare alle conseguenze, relegando al futuro una minaccia che sarebbe tornata più e più volte per tormentare chi sarebbe venuto dopo. Quindi un momento di mitologia molto importante che torna, decisamente più in piccolo, nel momento in cui è Bran, pur senza volerlo, a guastare la mente del giovane Willys trasformandolo in Hodor per potersi salvare nel presente dall'attacco degli Estranei. Hodor è la vittima per eccellenza della serie, la comparsa trascinata dai protagonisti, destinato da sempre al sacrificio per scopi più grandi di lui. E la sua fine è un momento struggente e perfetto, uno dei migliori finali di episodio mai visti nella serie.
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Con un effetto teletrasporto sul quale è meglio sorvolare, troviamo Petyr a Città della Talpa. Ci ripaga molto vederlo per la prima volta con le spalle al muro a causa di Sansa, che certo dopo essere stata svenduta a tradimento ai Bolton ha qualcosa da dire sulla faccenda. I cavalieri della Valle quindi per ora non dovrebbero scendere in guerra (meglio così dal punto di vista di Ditocorto, che risparmierebbe le forze), mentre l'attenzione di Sansa viene portata a Delta delle Acque, dove suo zio Brynden avrebbe riconquistato il territorio. Il condizionale è d'obbligo, e il fatto che Sansa non dica nulla sulla fonte delle sue informazioni ci induce a pensare che qualcosa potrebbe andare storto.
Per quanto riguarda Arya il suo segmento è ancora una volta preparazione e addestramento, e tra un "a girl has no name" e un "dio dai 1000 volti" il senso di già visto è forte. Però il momento della recita-parodia ha una sua forza, garantita ovviamente dal fatto che conosciamo la verità e vediamo tutto dal punto di vista di Arya. Tyrion e gli altri si godono una fragile tregua e decidono di usare come canale con il popolo una sacerdotessa rossa: ad Approdo del Re l'idea di appoggiarsi ai sacerdoti non ha funzionato molto bene, vedremo. E vedremo anche come reagirà Daenerys, che tra non molto dovrebbe tornare a Meereen: l'addio (momentaneo?) a Jorah è un bel momento, un riscatto che il cavaliere meritava.
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E, a proposito di riscatto, c'è un terribile momento in cui pensiamo che Theon potrebbe mandare tutto all'aria durante l'Acclamazione per il nuovo signore dei Greyjoy. Così non doveva essere, e così non è. Ribadiamo che, nonostante tutte le cose terribili che ha fatto e il suo pessimo carattere delle prime stagioni, non è comunque difficile provare empatia per questo personaggio. Al tempo stesso non è difficile odiare il nuovo arrivato Euron, che senza troppi problemi confessa l'omicidio del fratello (gli uomini delle isole sono gente pragmatica) e getta lo sguardo nientemeno che su Daenerys, alla quale vorrebbe offrire la più grande flotta del mondo. Yara e Theon intanto si allontanano con le navi migliori: forse si troveranno a dare aiuto agli Stark?
RIFLESSIONI SPARSE
Gli sguardi languidi di Tormund:
Come detto, poche settimane dopo Cagnaccio, ci lascia anche Estate (potremmo anche trovare un valore simbolico in questa morte). Ora rimangono solo Nymeria e Spettro.
E salutiamo anche Max von Sydow, che dopo Star Wars: il Risveglio della Forza abbiamo avuto il piacere di vedere in un'altra grande produzione.
L'unico modo per evitare che Ramsay uccida qualcuno è quello di non dargli alcuna scena.
Bel momento quello con cui Edd accetta con sorpresa e riluttanza di diventare il Lord comandante. È il 999esimo a ricoprire questa carica, e a questo punto siamo curiosi di sapere se la serie arriverà al millesimo.
A quanto pare la serie ha deciso di tagliare il personaggio di Victarion. È una scelta in linea con altre prese nelle scorse stagioni, dove si è tagliato quando possibile.
Così come in Lost nessuno ci spiegava chi era la donna che viveva sull'isola prima dell'arrivo di Jacob e suo fratello, allo stesso modo non dovremmo scoprire nulla di più sull'uomo che era il Re della Notte. Era una persona qualunque, che è anche un'idea più in linea con la filosofia della serie.
Il finale scatenerà molte discussioni su paradossi temporali, predestinazione, funzionamento dei poteri, menti possedute. Come per i tanti discorsi sulla collana di Melisandre, alla fine credo che il senso emotivo e i risvolti psicologici della scena abbiano più importanza del ricostruire con attenzione come e perché è avvenuto un certo fatto.
La sesta stagione di Game of Thrones va in onda su Sky Atlantic HD la notte tra la domenica e il lunedì alle 3:00 in simulcast con la HBO, e successivamente in replica alle 22.10 del lunedì in lingua originale sottotitolata. Da lunedì 2 maggio alle 21.10 la serie debutterà in Italiano su Sky Atlantic HD e sarà disponibile su Sky On Demand e Sky Online.
Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Game of Thrones – Italy.