Agent Carter 2x04 "Smoke and Mirrors": la recensione
Episodio atipico per Agent Carter, che ci racconta la "storia di origini" della protagonista
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L'espediente – nemmeno troppo brillante, è un semplice legame con il presente – è la cattura di un dipendente dei Chadwick. La iniziali resistenze dell'uomo verranno vinte dalle capacità di persuasione di Peggy, ma questa sarà solo una piccola parentesi in un episodio che per il resto guarda lontano. Si racconta di Peggy come bambina estroversa e desiderosa di nuove scoperte, spalleggiata in questo suo desiderio dal fratello che anche da grande non smetterà mai di incoraggiarla. Nel percorso della protagonista tuttavia si inseriscono linguaggio e visione dei tempi, gli stessi che freneranno le predisposizioni naturali di Agnes Cully (vero nome di Whitney).
La scrittura di Sue Chang disegna questa linea che lega le due donne protagoniste ponendo come termine di paragone il rispetto di sé, la capacità di rimanere se stesse di fronte ad un mondo che le desidera diverse. Fin da piccola Agnes è stata indirizzata, contro le sue attitudini, a mostrare un certo lato, a valorizzare il proprio aspetto esteriore contando solo su questo, solo perché la società (rappresentata ora dalla madre, ora da un produttore cinematografico) le dicevano così. Anni dopo queste due donne, una libera di mangiare senza troppa cura, sporcando di maionese dei documenti, l'altra divorata dall'interno, consumata dal potere che ha acquisito, ora che la sua bellezza inizia a tramontare.