The Leftovers 2x10 "I Live Here Now" (season finale): la recensione
Ancora in bilico tra rinnovo e cancellazione, The Leftovers conclude una stagione straordinaria
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Sensazioni abbiamo detto, ma anche immagini e piccoli momenti. Ce ne sono tanti in questo episodio, e la messa in scena e la scrittura giocano costantemente con essi, fra elementi ricorrenti o contrastanti che spiazzano, ci riportano al punto di partenza e infine, forse, ci donano un nuovo inizio. C'è l'acqua e il sangue, la vita e la morte, c'è un compendio di tutti i temi musicali che abbiamo ascoltato nel corso della stagione (tornano tra gli altri il Va' pensiero e Where is my mind) e c'è un paradiso che diventa un inferno in un modo che ovviamente riprende gli schemi del finale della prima stagione. E ancora una volta c'è la famiglia, la casa, la semplice gioia di essere vivi e circondati dalle persone che amiamo. "Family is everything", sussurra Meg all'orecchio di Tom e, almeno su questo, non possiamo che essere del tutto d'accordo con lei.
Possiamo chiudere il dolore e la perdita in schemi precisi, ma quelli si manifesteranno sotto altre forme. Per tutta la stagione, attraverso le esperienze di Kevin, Nora, Matt e tutti gli altri, abbiamo esplorato le varie forme con cui le persone si proteggono dal dolore. Questa era l'ultima a mancare, la presunzione non di chi si sente superiore agli altri (come una prima lettura potrebbe suggerirci), ma di chi pretende di ingabbiare il dolore e di esserne ormai immune.
Ma davvero, sono piccoli difetti che, considerato tutto ciò che li circonda e tutto ciò che li ha preceduti, passano in secondo piano. Sembra scontato, ma è necessario rimarcare il grandissimo lavoro di regia, scrittura, interpretazioni, musiche. Ma non sono solo questi freddi componenti a rendere grande questa serie che ha rischiato sempre tantissimo, tendendo al massimo e allontanando un po' tutti: è la carica emotiva che questa serie possiede, una capacità come nessun'altra di toccare quelle corde giuste in grado di farci sciogliere. Sensazioni, appunto.