Storia della televisione: Star Wars: Clone Wars
In occasione del ritorno di Star Wars nelle sale, celebriamo la saga ricordando il cartoon del 2003 diretto da Genndy Tartakovsky
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Like fire across the galaxy the Clone Wars spread
Uno dei caratteri più particolari della serie era la sua struttura. Gli episodi hanno una durata variabile, che aumenta sempre più andando avanti nella storia, ma che comunque non supera mai i 12 minuti. Questo significa che l'intreccio, le introduzioni, i dialoghi stessi sono ridotti all'osso, e molto di ciò che vediamo accadere si basa o su suggestioni nostre, oppure su quel bagaglio di conoscenze che già possediamo. L'unica premessa e introduzione è quella della citazione riportata poco sopra: nient'altro ad accompagnarci in questa galassia tra esplosioni e colpi di spada laser. Tra dialoghi fulminanti e citazioni secche, allora Tartakovsky si affida moltissimo ai silenzi, alle grandi immagini e alle scene d'azione. In poche parole: Samurai Jack.
25 episodi, e in ognuno di questi è possibile trovare qualcosa di creativo, un tocco personale e geniale che non si limita a omaggiare o a farsi schiacciare, ma che riesce anche a dire la sua. Vediamo l'interno di una spada laser, ricostruito tramite un rituale jedi, vediamo pianeti inediti, macchine nemiche (un gigante corazzato nel deserto che viene distrutto da Windu) e tanti momenti degni di nota. C'è almeno un personaggio inedito e indimenticabile come Asajj Ventress che è protagonista su una delle lune di Yavin di un combattimento furioso con Anakin, e c'è l'introduzione – con toni quasi horror – del personaggio di Grievous, oltre alla spiegazione del perché all'inizio di Episodio III stia soffrendo fisicamente.
Vediamo inoltre il delicato passaggio da Padawan a Jedi di Anakin, e il momento in cui viene applicata la copertura dorata a C3PO. Strano a dirsi, tutto ciò è stato escluso dal canone ma, in fondo, non importa molto.