The Leftovers 2x03 "Off Ramp": la recensione
Il terzo episodio di The Leftovers cambia ancora una volta il punto di vista, ma il risultato continua ad essere ottimo
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L'episodio ruota intorno al tentativo della donna di riprendere in mano la propria vita dopo l'abbandono dei Guilty Remnant. Insieme al figlio Tom, anch'egli profondamente deluso dall'evoluzione degli eventi e ancora legato alla figura del Santo Wayne, guida un gruppo d'ascolto e recupero per tutte quelle persone che sono uscite dalla comunità e che cercano di purificare il proprio senso di colpa in altro modo. Si procede quindi tramite la parola invece che con il silenzio, ma tutto questo potrebbe non bastare. I due "salvatori" sono chiamati a salvare in primis loro stessi, fanno i conti con la loro grave situazione economica, negano il loro passato nella speranza di costruirsi un futuro.
Stesso dicasi per Tom, che infine viene preso con la forza dai Guilty Remnant. Qui rivediamo Meg, e in un contesto che non può non lasciare spiazzati. Alla fine, raggiunto il punto di non ritorno, l'illuminazione che riprende precisamente il tema di queste tre puntate: la necessità di sentirsi al sicuro, la capacità di accettare che esistono forze e eventi al di là della nostra comprensione, ma che possiamo fare qualcosa per controllarle, o almeno per convincerci che è così. Wayne forse era un ciarlatano, forse no, forse c'è una spiegazione divina, fose no. E così anche per Tom. Ma tutto questo, per l'ennesima volta, non è importante. L'importante è credere che sia così e trovare un po' di ristoro, "prendersi un po' in giro", illudersi che un senso ci sia per non sprofondare nel baratro.