Unbreakable Kimmy Schmidt (prima stagione): la recensione

Dalla produttrice Tina Fey, arriva Unbreakable Kimmy Schmidt, la prima comedy di Netflix

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A più di dieci anni dall'uscita del cult immediato Mean Girls, Tina Fey torna a raccontare la classica storia di una "little girl in the big city". Lo fa con l'atteso Unbreakable Kimmy Schmidt, prima comedy originale trasmessa da Netflix e prima produzione per l'autrice americana dopo la conclusione di 30 Rock. Erano molte le aspettative nei confronti del progetto, già rinnovato per una seconda stagione dopo aver trovato una nuova casa rispetto all'originale previsione di trasmissione sulla NBC. Il risultato non può che dirsi soddisfacente: una scrittura costantemente sopra le righe, che naviga a vista arginando caratteri e situazioni più che sfruttate, ma che vince grazie all'immediata simpatia nei confronti dei personaggi principali, all'assurdità controllata delle situazioni e ad alcuni camei tanto inattesi quanto esilaranti.

Con un prologo fulminante, che esaurisce nel giro di pochi minuti la lunga e pesante premessa, scopriamo cosa è accaduto alla protagonista. Insieme ad altre tre donne è stata tenuta segregata in un rifugio sotterraneo dal predicatore di una setta apocalittica. Senza sospettare nulla della sua condizione di prigionia, e anzi credendo come le altre di essere una delle poche scampate alla fine della civiltà, la ragazza è stata infine salvata solo 15 anni più tardi. Uscita dal guscio, Kimmy non ci sta ad una vita fatta di routine e di vecchie certezze, e si getta quindi anima e corpo nel cercare di costruire passo dopo passo la sua indipendenza in una New York egoista e un po' matta, che non ha tempo per lei, ma che, nonostante tutto, non riuscirà a intaccare la sua gioia di vita, la sua pacata ingenuità e la sua "indistruttibilità".

Da Chicago a New York, dal microcosmo di un liceo a quello, più grande, della città, ma le differenze tra Cady Haron e Kimmy Schmidt non sono poi molte. C'è la difficoltà di adattamento ai nuovi ritmi imposti dalla velocissima rivoluzione digitale, ci sono incomprensioni legate ai modi di dire, al vestiario, alle comuni conoscenze. E ovviamente tutto finisce per diventare un pretesto per prendere in giro queste stesse regole del vivere comune. Kimmy fa ridere con le sue esclamazioni improbabili, i suoi modi da ragazzina intrappolata nel corpo di una 29enne, la sua esuberanza e fiducia nel mondo. Ma dall'altro lato fa anche ridere l'ossessione per l'apparenza – si gioca sul fatto che nel rifugio non c'erano specchi e quindi Kimmy non si è potuta vedere per 15 anni, finendo per fregarsene dell'opinione degli altri – e per la tecnologia, la superficialità di chi ha di più e la meschinità di chi ha di meno.

Questa premessa che richiama un po' la trama di Sbucato dal passato lascia quindi il posto ad una serie di situazioni una più improbabile dell'altra. Il contesto, i personaggi, i dialoghi, è tutto incredibilmente sopra le righe e folle. Non esiste un confine tra parodia e realtà: il mondo nel quale Kimmy è tornata non è meno strambo della situazione in cui si è trovata per 15 anni, e lei stessa non sarà da meno. Grande cast e grandissima Ellie Kemper che, con i suoi vestiti dai colori sgargianti e un sorriso che ricorda quello di Fran Descher in La Tata (simile anche il ruolo, con Kimmy che porta una ventata di novità in una casa di ricconi snob), è il vero punto di forza della serie. Spiccano inoltre Titus Burgess nei panni di Titus Andromedon, il coinquilino omosessuale della protagonista, Carol Kane nei panni di Lillian Kashtupper, la pazzoide padrona di casa di Kimmy, e Jane Krakowski, che insieme a Tina Fey rappresenta il legame maggiore con 30 Rock.

Dopo un paio di puntate di assestamento, la stagione trova presto un suo equilibrio e procede avanti spedita e scorrevole. Segue una parte centrale con piccoli tocchi che, pian piano, portano avanti la trama, che non rimane mai completamente ferma, e un epilogo spalmato in tre episodi in cui si ritorna all'evento scatenante, con il processo al predicatore della setta. A questo proposito, non facciamo spoiler sulle apparizioni inattese, ma l'interprete del rapitore è decisamente un volto noto ed uno spasso ad ogni momento in scena. E non sarà l'unico. Serie decisamente promossa e appuntamento al prossimo anno.

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