Agent Carter 1x07 "Snafu": la recensione
Manca una settimana al finale di stagione di Agent Carter, ecco cosa è successo nell'ultimo episodio
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E partiamo proprio da questo, dal mutismo di Peggy di fronte alle accuse, tutto sommato non sbagliate, che le vengono poste da Thompson, Sousa e Dooley. C'è un bel montaggio del triplo interrogatorio in cui tutte le domande si scontrano con un muro di silenzio e negazione. Quello stesso muro che, verso la metà dell'episodio, crollerà immediatamente una volta scoperto il doppio gioco condotto dal dottor Ivchenko, che nel frattempo si è mosso nell'ombra ipnotizzando e manipolando il prossimo. Ci può stare sicuramente che Peggy, anche sentendosi in colpa essendo stata lei a condurre il nemico in patria dalla Russia e fin dentro la base dell'SSR, decida di venire allo scoperto tentando il tutto per tutto. È un po' strano che non l'abbia fatto prima, forse in un ultimo tentativo di tutelare il siero con il sangue di Steve Rogers, ma comunque peggiorando una situazione in cui si trovava ormai con le spalle al muro.
Uno dei pregi di Agent Carter è che, nelle poche puntate a disposizione, è riuscito a fuggire da una visione troppo incentrata su Peggy e sacrificata rispetto a tutti gli altri. Certo, Hayley Atwell è la punta di diamante e la protagonista, ma, nonostante il tema del femminismo che permea un po' tutta la miniserie, non è l'unico personaggio capace e degno di stima di questo mondo. Thompson poteva sembrare una figura odiosa e rozza all'inizio, e invece la sua caratterizzazione non è stata così banale, e lo stesso vale per Dooley, che negli ultimi momenti vive la sua condanna ormai certa con onore e spirito di sacrificio. Un momento che carica ancor di più l'attesa per il finale della prossima settimana.