Gomorra - La serie: Marco Palvetti ci parla di Salvatore Conte, della seconda stagione e...
In vista dell'uscita in Home Video dell'acclamata prima stagione di Gomorra - La serie abbiamo intervistato Marco Palvetti, l'interprete di Salvatore Conte
Con la collaborazione di Simone Novarese
Partiamo parlando del tuo personaggio, Salvatore Conte. Lui è un po' diverso dagli altri, dalla famiglia Savastano, dal personaggio di Ciro ecc. E'- se vogliamo - un po' atipico: si veste in modo elegante, usa una sigaretta elettronica, ascolta musica classica. Secondo te si è cercato di mostrarlo come una figura atipica, qualcuno che non soffre le loro stesse debolezze e che si muove con un certo distacco rispetto agli altri?
Palvetti: Io credo che a volte la realtà ci sorprende tanto. Purtroppo siamo abituati a vedere delle cose che tendono a sfiorare una sorta di naturalismo finto che non esiste e questo è quello che vediamo tipicamente purtroppo sia al cinema che in teatro di questi tempi. Chiaramente non tutto quanto, ma per la maggiore si tende a questo. Ma la realtà è molto più complessa. Ha tante altre sfumature, perché tutti noi siamo fatti di tante sfumature. Quindi quando noi vediamo delle sfumature in un personaggio, e per me è un complimento il fatto che tu dica che lui sia molto diverso dagli altri personaggi, è positivo perché credo che le sfumature facciano la differenza.
E' un personaggio particolare che si muove in un ambiente particolare, perché costituisce una sorta di collegamento tra la malavita locale e quella internazionale. Secondo te anche questo lo distingue dalle altre figure di Gomorra?
Credo che quando porti fino in fondo qualcosa che comunque è scritto in un certo modo, ed è una scrittura importante quella di Gomorra, riesci a dargli tante sfumature. Non so se lui sia particolare. Vive di quello che fa, della sua voglia di potere, della sua religiosità, dei suoi rapporti internazionali, di quella voglia di cambiare il potere - e quindi di sostituire al potere vecchio quello giovane. Parliamo di questo. E' una pantera, volendo avvicinarlo a qualche animale. O, almeno, è così che l'ho visto e lo vedo io.
Il collegamento con la malavita internazionale di cui abbiamo appena parlato ti ha portato a girare anche in Spagna. Com'è stato lavorare da quelle parti?
Ci hanno accolto molto bene. E poi anche tutto il viaggio che è avvenuto tra Barcellona e Ventimiglia è stato un'avventura molto bella vissuta in due momenti diversi. C'è stato prima uno stop a Barcellona quando ho girato con Stefano Sollima, e poi ce n'è stato un secondo quando sono tornato lì per girare con Claudio Cupellini l'on the road, il viaggio verso l'Italia che fa questo personaggio. Girare lì è stato bello perché ti confronti con realtà diverse, e lavorare in un altro paese è stata un'esperienza importante che mi ha dato tanto.
Parlando del girato, torniamo sulla serie e in particolare sulla conclusione della prima stagione. Nel finale abbiamo visto il tuo personaggio molto arrabbiato, perché l'imboscata tesa ai Savastano non è andata esattamente come voleva. Sai già qualcosa della seconda stagione e di quello che accadrà a Salvatore Conte?
In verità non so nulla. So solo che stanno scrivendo e che si stanno impegnando per sostenere quello che è stato il livello e quella che è stata la qualità di questa prima stagione. Per il resto so solo che dovremmo cominciare le riprese tra marzo e aprile del prossimo anno, ma non so cosa succederà. So solo che, come tutto il pubblico, sono molto curioso! La cosa sicura è che, qualsiasi cosa mi passeranno, cercherò di assicurare la qualità del lavoro fatto durante la prima e di darvi ancora emozioni.
Gomorra - La serie è un prodotto diverso dal film, che a sua volta è diverso dal libro di Roberto Saviano dal quale trae ispirazione. Cosa aggiunge, secondo te, la serie di Gomorra al contesto e alla storia?
E' una differenza in termini. La serialità ti dà delle possibilità diverse. Ti dà la possibilità di incontrare il pubblico di volta in volta e dargli delle informazioni, di farlo magari in un tempo più lungo e di approfondire il tutto. Questa è una differenza, ma in fondo si tratta di modalità diverse attraverso cui portare delle storie.
E, in attesa di tornare sul set, cosa speri per il tuo personaggio, per il suo futuro?
Preferisco lasciarmi sorprendere, perché avere una preferenza in una direzione forse si allontana anche un po' dal rapporto che ho con il mio lavoro: di profondo rispetto nei confronti di quello che faccio. Io amo quello che faccio, amo il mio lavoro, mi circola dentro, ed è chiaro che tutta quella disponibilità che posso dare anche ai ruoli più diversi, tant'è che sono molto diverso da questo personaggio, così come lo sono rispetto quello che ho interpretato e che interpreterò domani. E' una scelta. Per quanto mi riguarda è anche una voglia di trasformarsi, di mettere qualche volta da parte se stessi per lasciarsi sorprendere dalle vite degli altri. Io amo le vite degli altri, senza giudicarle e vivendole fino in fondo.
A proposito dei personaggi che interpreterai: se non erro tu adesso sei a teatro..
Sì, sarò in tournée a partire dal 2 novembre (l'intervista è stata rilasciata dall'attore all'inizio della scorsa settimana, n.d.r.) con questo spettacolo di successo che è alla seconda tournée e che si chiama 'Nuda Proprietà', con la regia di Emanuele Giordano. E' tratto da un testo di Lidia Ravera 'Piangi Pure', e andrò in scena con Lella Costa, Paolo Calabresi e Claudia Gusmano. E quindi ci divertiremo, ricominceremo a girare e saremo anche a Roma tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio.
E quanto durerà la tournée?
Durerà quattro mesi, faremo 72 repliche. Però sai cosa? Si tratta del contatto con il pubblico. Ho ricevuto altre proposte, lavori in cui magari non devi girare come un pazzo, ma ho detto 'sì, però devo poter far conciliare tutto con questa tournée', con la mia carriera teatrale. E poi [al di là dell'aspetto professionale] io amo il contatto con il pubblico, infatti gestisco autonomamente sia il mio sito web, MarcoPalvetti.com, che la mia pagina Facebook. Mi piace che le persone possano avere tante informazioni e vedere com'è la mia vita, e dare loro un feedback diretto. Perché per un attore il riconoscimento del pubblico è la cosa più importante. Il pubblico è sovrano!