The Knick (prima stagione): la recensione

The Knick, medical-period drama trasmesso da Cinemax e diretto da Steven Soderbergh, è un ottimo prodotto

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Ci voleva un autore come Steven Soderbergh per approcciarsi in modo diverso ad un genere inflazionato, ma sempre di facile appeal, come il medical drama. The Knick non soltanto con i suoi dieci episodi rinuncia alla dimensione procedurale all'interno della quale spesso questo genere si muove, ma inserisce tutto all'interno di una cornice da "period" che è il vero motore della narrazione. All'inizio del XX secolo per raccontare, con un grande lavoro di regia, ricostruzione e interpretazioni, una fase storica dell'approccio medico-chirurgico. Una bella novità trasmessa da Cinemax.

Nella New York del 1900 il Knickerbocker Hospital, realmente esistito, è un punto di riferimento per la comunità scientifica. In un mondo nel quale ancora anche curare l'appendicite rappresenta una sfida, i luminari del periodo si riuniscono per assistere alle operazioni chirurgiche, agli eventuali nuovi metodi sperimentati, ai successi quanto ai fallimenti riportati. In seguito ad uno di questi, e ad un evento tragico che dà il via alla storia, indirizzandoci sul tono che seguirà, la guida del reparto viene assunta dal dr. John Thackery (ben interpretato da Clive Owen). Subentrato al suo mentore, l'uomo tuttavia soffre una dipendenza da cocaina che lo condiziona pesantemente.

Nell'ambito ospedaliero si muovono poi una serie di figure: tra queste un medico di colore di nome Algernon Edwards (André Holland), con tutte le diffidenze che naturalmente una presenza di questo tipo nell'equipe poteva comportare all'inizio del Novecento, e l'infermiera Lucy Elkins (Eve Hewson), che si avvicinerà, con esiti non esattamente positivi, al protagonista. In tutto questo una trama orizzontale non fortissima, ma costante, che ci accompagna per l'arco dei dieci episodi con le sue discese e risalite, quasi mai brusche tranne che in un'irrinunciabile escalation finale che apre le porte per la seconda stagione, già confermata.

The Knick innanzitutto colpisce allo stomaco. Lo fa con un approccio visivo che non risparmia nulla alla vista nelle molte scene che riguardano le operazioni chirurgiche. Le scene forti abbondano. Mancano poi le tipiche svolte da "drama", mentre c'è molta crudezza e un pessimismo di fondo che avvicina lo show a ciò che abbiamo visto nelle due stagioni di A Young Doctor's Notebook, la serie con Daniel Radcliffe e Jon Hamm. Quindi realismo, una buona dose di cattiveria – della scrittura e dei protagonisti – e la martellante idea, che a poco a poco assume i contorni di una certezza, che il lieto fine non abiti da queste parti.

In una serie in cui l'ambientazione è tutto Steven Soderbergh riesce e a modellare la confezione sugli stessi valori del contenuto. C'è un grande lavoro sulle scenografie, la fotografia e la regia: su tutte le puntate emerge quindi "Get the Rope", forse il miglior episodio della stagione.

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