Gotham 1x02 "Selina Kyle": la recensione

Il secondo episodio di Gotham: conosciamo meglio Catwoman

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Vedere il secondo episodio di Gotham e ritrovarsi a pensare che il peso delle aspettative non può reggere un intero universo. Che qualche concessione alla non così semplice bellezza delle immagini e della scrittura bisogna farla, che un autore televisivo, come un buon padre di famiglia, ogni tanto deve riuscire a dire di no ai suoi spettatori-figli. Che abituare a poco a poco gli occhi alla meraviglia della scoperta funziona meglio che accecarli in un colpo solo con tutto ciò che si ha a disposizione. Con nuovi pregi, nuovi difetti e qualche smentita rispetto al pilot della serie Fox, Selina Kyle è comunque una sorpresa.

Come da titolo, l'episodio dovrebbe concentrarsi sulla futura, e in qualche modo già presente, Catwoman. Rispetto al vago e carico pilot della scorsa settimana, un episodio quindi più focalizzato sull'individuo, in questo caso una ragazzina di tredici anni, sul suo passato, sugli indizi di ciò che diventerà. Così dovrebbe, ma così non è. Il caso della settimana, quello che vede due criminali pazzoidi – uno dei due interpretato dalla sempre piacevole Lili Taylor – piombare nei vicoli della città per rapire giovani disadattati, viene presentato fin dal principio, ma fino a poco prima della fine Selina vi reciterà solo un ruolo da comparsa. In conclusione, e questa è una prima delusione nell'episodio, ne sapremo quasi quanto prima sul personaggio e quel poco di nuovo – la capacità di strappare gli occhi – si integrerà male con il quadro, pur approssimativo, presentato fino a quel momento.

"Selina?/Cat!". Ancora e ancora torna a riproporsi il banale scambio, ennesimo faro puntato su un personaggio che difficilmente potrebbe essere più caricato. E torna ancora ad affacciarsi il problema già visto nella première, questa sovraesposizione e ipercaratterizzazione dei personaggi che colpisce ora la scrittura – naturalmente un cane abbaierà alla ragazza ad un certo punto – ora le stesse interpretazioni – Jada Pinkett Smith in netto overacting rispetto al convincente esordio – e getta un'ombra di superficialità su tutto. Camren Bicondova, una Hit-Girl con le fattezze di una giovane Michelle Pfeiffer, interpreta intanto con il giusto carisma il ruolo: dopo il silenzio della prima puntata, il suo è un debutto da promuovere.

Ed è uno dei pochi, in un mondo nel quale l'ingessatura delle interpretazioni sembra essere la regola. È difficile tracciare il confine tra l'esasperazione ricercata e l'errore dovuto a superficialità: all'ennesimo stacco da un interno all'altro con un movimento di macchina sui grattacieli iniziamo a propendere per la seconda. I due rapitori al soldo del "Dollmaker" non sono mai credibili nella loro teatralità, le scene di tensione, come una nella quale Selina riesce miracolosamente a nascondersi in un autobus, sono assurde, la madre del Pinguino sembra uscita da un altra serie rispetto a quella in cui si muovono Gordon e Bullock. Ma non è necessariamente questo il problema. Ciò che per ora non funziona è l'integrazione di queste soluzioni con quel drama poliziesco che dovrebbe essere la struttura della serie.

Due registri, uno più serioso, uno più camp, continuano a sovrapporsi. I vuoti di caratterizzazione sono lasciati alla conoscenza dello spettatore e la sceneggiatura continua a lavorare per scorciatoie e semplicismi vari. Se al pilot si poteva, e doveva, concedere il beneficio del dubbio, ora inizia a suonare qualche campanello d'allarme.

Continua a leggere su BadTaste