Fiction Fest: Gale Anne Hurd ci parla della quinta stagione di "The Walking Dead"
Abbiamo incontrato Gale Anne Hurd, produttrice di "The Walking Dead", in occasione del Fiction Fest di Roma! Ecco cosa ci ha raccontato...
Bella la tua t-shirt, lo dirò a mio marito.
Poi la collega, rivolta alla produttrice, indica me dichiarando “Beh, anche anche la sua della Weyland-Yutani merita!”.
Trovarsi a ridere e scherzare con l'ex-moglie di James Cameron non è una situazione fantascientifica per un giornalista. E' una cosa che può benissimo capitare nell'ambito degli impegni lavorativi quotidiani. Ma non starò qua a fare il cool a ogni costo: nell'attimo in cui ti ritrovi EFFETTIVAMENTE a farlo, ti senti un po' nella proverbiale zona Ai Confini della Realtà. Francesco Alò, presente insieme a me alla roundtable di The Walking Dead, può confermare.
Dopo gli inaspettati convenevoli, la chiacchierata è pronta a entrare nel vivo. Per correttezza nei confronti dei lettori, specificherò nell'articolo quale domanda è stata effettivamente posta alla produttrice dal sottoscritto o da Francesco Alò.
Ci siamo incontrati a Roma quando sei venuta un paio di anni fa. All'epoca stavi lavorando a una serie sui pirati che poi si è risolta in un nulla di fatto, ma ora abbiamo addirittura due serie sui pirati.
Lo so! Abbiamo impiegato troppo tempo a ottenere una sceneggiatura e a quel punto i progetti dei competitor erano parecchio davanti a me.
Sfortuna, in un certo senso.
In un certo qual modo sì. Era una buona idea. Ma a volte tutto si risolve a una mera questione di tempistiche.
[BadTV] In quanto produttrice di uno degli show televisivi di maggior successo attualmente in onda, come ti rapporti con la minaccia della pirateria online?
Domanda molto interessante. E la verità è che non puoi fare niente. Puoi fare il meglio che puoi, ma... l'aspetto interessante è che i fan dello show a volte sono così appassionati, smaniosi, che, semplicemente, non possono attendere troppo per vederlo. La nota positiva è che Fox ha risposto prontamente a questa cosa, posizionando la messa in onda degli episodi a ridosso di 24 ore da quella americana. Ed è una mossa attuata ormai a livello internazionale. Per cui, a meno che tu non te ne stia alzato fino alle 3 di notte per sfruttare un qualche streaming per guardare lo show, devi attendere solo fino alla notte, alla serata successiva. Negli USA andiamo in televisione di domenica notte e, nella maggior parte del mondo, il lunedì notte. E penso proprio che questo si tradurrà nella norma per il futuro. Mi ricordo che una volta stavo andando in aeroporto, ancor prima che The Walking Dead andasse in onda per la prima volta. Ero a Londra. Il tassista mi domanda “Come mai ti trovi qua?” e io gli spiego “Sono venuta col cast di The Walking Dead che sta per esordire”. E lui “Oh, The Walking Dead? Dici il fumetto?”. Io “Sì, esatto!”. Di nuovo lui “Oh, la mia famiglia lo adora. Sarà come con Lost, solo che Lost andava in onda con un gap di sei mesi qua in Inghilterra e mi dispiace, non amo infrangere la legge, ma non riuscivamo davvero ad aspettare che passasse in tv e quindi sfruttavamo internet!”. Vedi, era consapevole che non fosse una cosa giusta, ma in quanto fan non poteva aspettare tutto quel tempo. Ovviamente non ho più avuto modo di sondare e di chiedergli quello che ha poi fatto, ma anche oggi vorrei domandargli “Beh, almeno 12 ore puoi aspettarle ora?”.
Perché gli zombi attirano così tanto l'attenzione del pubblico?
Le ragioni sono molteplici. La prima è che sono una rappresentazione della nostra più grande paura: cosa ci accade dopo la morte? Alcuni sono convinti che esistano Paradiso e Inferno, altri non credono all'esistenza di una vita ultraterrena, ma lo scenario peggiore e che tu possa continuare questa esistenza priva di umanità, diventando una minaccia per la tua famiglia, per le persone cui tieni. Questo è il motivo per cui quando Carl deve sparare a sua madre per evitare di farla trasformare in zombi si trova nella non facile situazione di dover far sì che la persona che ama di più non diventi un pericolo per l'incolumità del gruppo.
Poi c'è un lato decisamente più faceto: non c'è nulla di più divertente dell'essere uno zombi! Tutte le persone che conoscono vogliono partecipare a The Walking Dead truccate da walker. Le celebrità vogliono avere dei cammeo di cui il pubblico neanche si accorgerebbe, perché non c'è niente di più divertente. E' un mix di questi due fattori.
Parlando dei personaggi femminili della serie o anche di altri suoi lavori come Sarah Connor, Ripley, come tendi a inquadrarle? Sono delle guerriere?
Sai, c'è il lato positivo di avere a disposizione 16 ore per raccontare una storia rispetto alle due ore di un film è che puoi realmente scavare a fondo un personaggio. Con un lungometraggio non puoi esplorare troppo la storia alle spalle di una Ellen Ripley o di una Sarah Connor come, al contrario, puoi fare con una Michonne in The Walking Dead. Poi, sviluppando la trama, possiamo anche focalizzarci sull'impatto che le loro scelte hanno sugli altri personaggi. Difatti, uno dei miei episodi preferiti in assoluto appartiene alla quarta stagione, The Grove (Il Bosco, 4x14, ndr.), in cui Tyreese e Carol sono alle prese con queste due ragazzine, una delle quali evidentemente sociopatica. Non c'è praticamente azione, dato che si regge tutto sulle scelte fatte dai personaggi e sulle ripercussioni che queste avranno poi. Poi, allo stesso tempo, vediamo Tyreese che riesce a perdonare Carol per aver ucciso Karen e David. C'è un enorme range di emozioni e parliamo di un solo episodio. E possiamo scoprire così tanto di Carol proprio perché i tempi narrativi della cable tv possono essere più lenti, e poi analizzare le cose più in profondità. Con i film oggigiorno, con roba come Alien o Terminator, gli studios si focalizzano sul “più azione, più esplosioni, più effetti speciali”. Non si concentrano sui personaggi. Personalmente sono convinta che siano le serie tv ad aver raccolto quell'eredità del cinema di genere degli anni ottanta e novanta.
E quali sono i personaggi femminili che preferisci?
Carol e Michonne. Sono antitetici, ma estremamente interessanti. Specie perché l'apocalisse zombi le ha trasformate in persone radicalmente differenti da quelle che erano prima. In una maniera anche contorta se vogliamo, sono divenute delle donne migliori. Sono delle sopravvissute.
E' una mia impressione o gli zombi sembrano non fare più paura? Non dovrebbero essere più cattivi e sanguinari? Oppure quella di The Walking Dead è una forma di delicatezza, di rispetto per il concetto che, in ogni caso, si tratta di persone che sono morte e non hanno colpa di essere infette?
Nella seconda stagione scopriamo che tutte le persone sono contagiate. Che tu muoia per il morso di uno zombi, di polmonite, di qualsiasi cosa, tutti sono destinati a diventare dei non-morti. Questa è la minaccia che tutti devono affrontare. Ma quello che abbiamo scoperto è che il pubblico guarda The Walking Dead perché s'immedesima, si cala nella situazione narrata dallo show e si domanda “Che cosa farei io in un frangente del genere? Che tipo di persona diventerei?”. Quindi i personaggi dello show che si trovano a fronteggiare questa minaccia – resa magnificamente sugli schermi grazie agli effetti speciali di Greg Nicotero – si raffrontano a essa in maniera più preparata rispetto a quella posta dagli altri esseri umani rimasti in vita. E nel prosieguo dello show ci concentreremo maggiormente su questo. La minaccia umana e come i nostri protagonisti si rapporteranno a essa.
[BadTV] Oggi due degli show televisivi di maggior successo sono The Walking Dead e Il trono di Spade e si basano entrambi su del materiale originale ancora in corso di pubblicazione. Come basate il vostro lavoro una volta tenuto conto del fatto che Robert Kirkman sta ancora lavorando tanto ai fumetti quanto alla serie?
Robert è uno dei produttori, scrive alcuni degli episodi, sta nella stessa stanza degli sceneggiatori, durante le riprese è sul set. Insomma, è estremamente coinvolto. Eppure, non ha rivelato neanche a noi come ha intenzione di terminare The Walking Dead. Ma ci mette sul sentiero giusto, un percorso che non vìola, non va in contraddizione con quello che lui ha intenzione di scrivere in futuro. Per cui non ci dice quello che accadrà, ma ci aiuta a non commettere sbagli. Poi visto che si tratta di un fumetto noi che lavoriamo allo show, così come i fan, non dobbiamo attendere a lungo per scoprire quello che ci riserva la storia, contrariamente a quello che avviene con i romanzi di George R.R.Martin. Che peraltro sono anche sempre alquanto voluminosi e necessitano di molto tempo per essere scritti e pubblicati. I fan dei romanzi di Martin hanno attese di anni, quelli di The Walking Dead di settimane al massimo. Ma poi noi siamo differenti dal Trono di Spade, nel senso che mentre lo show della HBO per certi versi segue più fedelmente la pagina scritta, noi possiamo gestire più liberamente le storyline alternative, inserire dei personaggi che non esistono nelle vignette del fumetto – pensate solo a Daryl. E poi abbiamo anche i romanzi scritti da Kirkman, come nel caso del Governatore, da cui possiamo attingere per ampliare le linee narrative. Poi c'è anche il videogame, da cui non riprenderemo alcun personaggio, ma che usiamo comunque come fonte d'ispirazione.
C'è una cosa che pensavo e che non so se hai tenuto in considerazione, ovvero tutto deve avere una fine. Serie troppo lunghe come Lost partono bene e terminano con finali senza senso.
Ma non aveva un materiale di partenza alla base.
Ti sei mai posta il problema del “con quale stagione stagione terminerò la serie”?
No, perché? Non ne vedo il motivo. Se il fumetto continuerà ad avere successo e i fan riterranno che il racconto di quel mondo è ancora importante e fondamentale per loro... Il nostro è un universo molto diverso da quello di Lost, se proprio dovessimo fare un paragone allora ritirerei in ballo George R.R.Martin e Il Trono di Spade. I nostri personaggi non si trovano in un ambiente artificiale, in un'isola con un numero limitato di persone. Poi i creatori di Lost avevano comunque la consapevolezza di avere a che fare con qualcosa di circoscritto. Noi basiamo lo show su una storia che vede un nuovo capitolo arrivare nelle librerie e fumetterie ogni due settimane. E' un organismo ancora vivo e vegeto.
Credi che tutto questo possa conciliarsi con le eventuali necessità lavorative dei tuoi attori? Non temi che qualcuno possa abbandonare? I personaggi sono senza tempo, gli attori no.
Vuoi sapere la verità? I nostri attori, letteralmente, sperano che i loro personaggi non muoiano [risate fra noi giornalisti, ndr.]. Quindi direi che la situazione è ben diversa da quella che hai ipotizzato. Abbiamo delle storyline interessanti e impegnative da portare sugli schermi televisivi e gli attori devono lavorare in maniera molto intensa. Abbiamo avuto un paio di attori che hanno detto “Vogliamo proseguire la nostra carriera al cinema o in un altro show” e questa cosa va benissimo, non c'è alcun problema. Specie perché il nostro è uno show con tanti personaggi basato su un fumetto che continua a proporne di nuovi. Interessanti e amati dai fan che continuano a domandarci quando potranno assistere all'arrivo di questo o quel personaggio. Abbiamo svariate opzioni.
Parlando in relazione ai fumetti, lo show televisivo mostra meno violenza. Basta pensare che il protagonista è ancora del tutto integro, con tutte le mani al loro posto...
E' interessante perché discutiamo di questo molto spesso. Ed è lo stesso Robert Kirkman, il creatore del fumetto, ad ammettere che la violenza fumettistica e quella vista su uno schermo sono due cose profondamente diverse. Sia che si tratti di cinema o tv. L'impatto è differente se hai davanti agli occhi una vignetta in bianco e nero o degli attori che recitano un atto particolarmente cruento. E', ad esempio, una delle ragioni per cui abbiamo deciso di non girare la scena dello stupro da parte del Governatore. Non c'è bisogno di arrivare a quel punto, puoi raggiungere lo stesso livello di drammaticità senza essere così esplicito. Tutti sanno che è qualcosa che, forse, è comunque accaduta. Anche se non non lo concepiamo come uno show indirizzato alle famiglie, sappiamo che, in ogni caso, ci sono dei nuclei familiari che si raggruppano per guardare gli episodi.
[BadTV] Qualche anticipazione sui toni della stagione 5, su quello che Rick e gli altri dovranno fronteggiare a Terminus dopo il teso cliffhanger della season 4?
Ahahahah! Beh, immagino saprai già da te che, ovviamente, non posso dire molto. Però ecco, già dal promo del Comic-Con, penso che riusciranno a uscire da quel treno. O forse no. O magari alcuni di loro ce la faranno e altri no. Chissà. Ma ti posso dire, in linea potenziale, che quella che si troveranno ad affrontare sarà una minaccia anche più pericolosa di quelle avute finora. Rick assume nuovamente su di sé il mantello del leader. E quando dice “Avete fatto incazzare le persone sbagliate” è sincero. E' tornato a essere il capo che riesce a guidare e ispirare gli altri, a incoraggiarli a trovare una maniera per sopravvivere. E in questa stagione spingeremo altri personaggi a combattere con i loro demoni più oscuri. Ma c'è anche l'altro lato della medaglia, quello rappresentato dalla speranza. Dalla speranza che Eugene possa davvero essere in grado di sviluppare una cura se riuscirà a raggiungere Washington DC. Abbiamo i lati oscuri della natura umana, e in un'apocalisse zombi devono esserci personaggi alle prese con domande di questo tipo, del “chi sono in realtà?”, ma dev'esserci spazio anche per la speranza di salvezza.
English Text
Can you tell us a something about the general tone of Season 5? We left Rick and the other characters facing a terrible threat in Terminus, during the spectacular cliffhanger of Season 4. How will you deal with that “train situation”?
Ahahah, you know, i can't tell you much, but i guess you can tell from the promo that they do make it out of that train. Maybe. Maybe not. Maybe not all of them. I can't tell you! But they are also up against the gravest threat they've – potentially - ever faced. Yet Rick has re-embraced the mantle of the leader. And whend he says “You're fucking with the wrong people” he really means it. He's the kind of inspiring leader right now, that will encourage them to find a way to survive. And this season we are pushing other characters to face their darkest demons, we are going to push this even more in the new season. And on the flipside we have the hope, we have the hope that Eugene will be able to develop a cure, if they can get him to Washington DC. So we have both the dark side – the human nature of the darkside, of the “Who am i?” - in the zombie apocalypse and the character will be facing themselves. But there's even the hope that they will find a way to – you know – to solve the crisys.