Utopia 2x01/2x02: la recensione della doppia première
Utopia ritorna con un doppio appuntamento che spazza via i dubbi sulla seconda stagione
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In una stagione così breve due episodi rappresentano già un'enormità sul discorso complessivo. Lo show di Channel 4 li sfrutta dividendo nettamente l'approccio non solo narrativo, ma anche visivo, alla storia. Cambia il formato, cambiano i protagonisti, cambia il contesto, ma ciò che rimane è la visione chiara del creatore sulla propria storia, uno stile costruito in pochi episodi e confermato, personaggi – ovviamente Jessica Hyde – che si fanno ricordare. Per tutti coloro che l'aspettavano con ansia, ma che al tempo stesso temevano di veder rovinato il lavoro fatto lo scorso anno, Utopia risponde con forza, rassicurandoci sull'immediato futuro.
In Utopia le piazze italiane degli anni '70 sono terreno d'incontro fra finzione e realtà, tra pura invenzione e schiacciante cronaca. Gli annunci della morte di Aldo Moro scivolano lungo i mesi e arrivano fino alla notte in cui a Roma, nella sua macchina, venne ucciso il giornalista Mino Pecorelli. Sul sedile davanti una pagina oscura della storia italiana, sul sedile posteriore il giovane Philip Carvel (Tom Burke), autore del manoscritto e padre di Jessica, che viene minacciato da un'altrettanto giovane Milner (Rosie Leslie, Ygritte di Game of Thrones). Questo è lo sconcertante prologo della seconda stagione. Seguirà un lunghissimo passo ancora più indietro, nelle radici di un complotto che si estende dall'Italia all'Inghilterra agli Stati Uniti. D'altra parte, in questo intreccio in cui non tutto è di immediata comprensione, il punto di vista non è quello di un semplice sguardo generale a "come tutto ebbe inizio".
Dopo un nuovo esordio così folgorante, riprendere a macinare ritmo nel secondo episodio stagionale – praticamente la vera premiere – è più difficile del previsto. Tranne per una parentesi action riservata al finale, la maggior parte della puntata viene spesa, necessariamente e inevitabilmente, nel focalizzarsi sui personaggi che avevamo lasciato. Becky (Alexandra Roach), Ian (Nathan Stewart-Jarrett), Wilson (Adeel Akhtar) e Grant (Oliver Woollford), più sconfitti di come dovrebbero sentirsi, quasi spiazzati nell'impossibilità di riprendere le loro vite normalmente, non sempre interessanti quanto vorremmo. Le loro strade, quasi tutte, culmineranno in un finale violento da cui, già dal prossimo episodio, emergeranno per un nuovo compito. Jessica Hyde (Fiona O'Shaughnessy) tiene ovviamente banco con il suo personaggio, sempre freddissimo, ma più umanizzato dal flashback della puntata precedente. A lei i momenti migliori della puntata.