Storia della televisione: Freaks and Geeks
Ricordiamo Freaks and Geeks, lo sfortunato capolavoro degli anni '90 che lanciò James Franco, Jason Segel e Seth Rogen
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Beverly Hills 90210 si stava per concludere, Dawson's Creek era iniziato l'anno precedente e sarebbe rimasto in tv fino al 2003. I teen drama sono una costante della tv, sono l'appuntamento al quale le ultime generazioni di telespettatori hanno dovuto adattarsi, quello che andando per fasce d'età accomuna un po' tutti, più che per la possibilità di rispecchiarsi in questi (anzi, di solito sono serie ben lontane dalla realtà di chi le guarda), per il desiderio di potersi immedesimare. Ciò che alla fine degli anni '90 hanno cercato di fare Paul Feig e Judd Apatow è stato invece affrancarsi dal solito modello di questi show e offrire qualcosa di diverso: un po' più vero, un po' meno retorico e sentimentale, un po' più attento a quelle categorie di personaggi poco televisivi, anche perché poco attraenti per la camera. Cancellato dalla NBC dopo la messa in onda di appena dodici episodi, Freaks and Geeks rimane un bellissimo esperimento televisivo, un cult ancora attuale e moderno dopo 15 anni, un trampolino di lancio per la carriera di parecchi volti oggi noti.
Al grido di "I dont' give a damn about my bad reputation" (la canzone di Joan Jett è la colonna sonora della opening), si racconta quindi di passaggi generazionali e di confronti con se stessi, con i coetanei e con le proprie famiglie in un delicato momento di crescita. Piuttosto banale? Invece no, perché quello che distingue la serie dalle altre del calderone è il tenersi agganciata (con alcuni limiti, non parliamo di un documentario sugli adolescenti) ad una visione reale, quasi nostalgica, influenzata dall'approccio sincero di Paul Feig, che non a caso ha scelto di ambientare lo show all'inizio degli anni '80 proprio per poter dare una prospettiva più vicina alle sue esperienze. Buoni sentimenti, porte in faccia, delusioni amorose, tutto questo è presente, ma senza sentimentalismi o moralismi, cioè senza basare tutto sul "chi si metterà con chi" o senza ricondurre tutto alla lezione da imparare.
Freaks and Geeks va così avanti, costruendo poco a livello di intreccio, con una trama orizzontale che prosegue per piccoli spunti, ma molto a livello di scrittura. Con uno sguardo indietro e uno in avanti, si guarda al modello dei teen drama con un nuovo impulso e un nuovo approccio (rappresentato dai freaks) e intanto – forse inconsapevolmente – si fanno i primi passi nella costruzione dell'immaginario nerd che sarebbe esploso di lì a qualche anno. Il tutto senza privilegiare nessuno dei due gruppi, ma anzi con un equilibrio interno che si ritrova fin dai titoli degli episodi che facendo il verso al nome della serie si chiamano di volta in volta Girlfriends and Boyfriends, Carded and Discarded, Looks and Books e similari. Grande importanza ha anche la musica in linea con l'ambientazione e l'accurata soundtrack che spazia tra Janis Joplin, Van Halen, Rush, The Who, Queen e altri. E lo stesso impianto visivo, ricercato e voluto tanto nella regia quanto nella scura fotografia, ci avvicina al mood più grigio e spento della tv dell'epoca (c'è anche qualcosa del Breakfast Club di John Hughes).
Abbastanza martoriata durante la sua messa in onda, quando vennero saltati tre episodi (e altri tre furono mandati in onda in seguito), la serie è riuscita a sopravvivere alla poca fortuna prendendo all'epoca tre nomination agli Emmy e diventando negli anni un grande cult televisivo. Nel 2011 il cast (assente James Franco) ha partecipato a una reunion al Paley Film Fest, mentre in seguito Seth Rogen ha affermato che parteciperebbe volentieri ad un nuovo progetto legato alla serie (Paul Feig ha allontanato l'idea). Curiosità: nel corso della serie appaiono anche Ben Stiller, Jason Schwartzman, Rashida Jones e Shia LaBeouf.
Freaks and Geeks è uno dei più sfortunati capolavori della tv. Un show che, nonostante le poche puntate che non gli hanno permesso di diventare il fenomeno generazionale che avrebbe dovuto essere, è riuscito a rimanere impresso nell'immaginario collettivo e a continuare ad essere riscoperto anche molti anni dopo la sua conclusione.