Game of Thrones 4x09 "The Watchers on the Wall": la recensione
La battaglia alla Barriera occupa l'intero ultimo episodio di Game of Thrones
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
È impossibile non fare un confronto con Blackwater, l'episodio che due anni fa raccontava l'assalto della flotta di Stannis ad Approdo del Re. Ancora una volta è il nono episodio della stagione, e questo dovrebbe bastare a metterci sull'attenti, e ancora una volta è un'intera battaglia e un'intera storyline a occupare la puntata, senza ulteriori distrazioni narrative. Dalla capitale dei Sette Regni alla Barriera, la mano alla regia è inoltre sempre di Neil Marshall. Il confronto è quindi inevitabile, ma anche ingeneroso, e ci racconta un episodio che, nonostante tutti i suoi pregi, non riesce a bissare la bellezza e la tensione emotiva di un momento televisivo a suo modo già "storico".
La fase preparatoria è la più debole. Funziona nel parziale riscatto della figura di Alliser Thorne, e in un bel dialogo nel quale la scrittura ci ricorda come Maestro Aemon sia un Targaryen, ma si smarrisce completamente nella dimenticabile storia d'amore tra Sam e Gilly. In questi momenti, che occupano troppo minutaggio nella puntata, né la scrittura né le deboli interpretazioni aiutano. Bocciato anche Janos Slynt, ridotto a una macchietta, un codardo che nel mezzo della battaglia si rifugerà da qualche parte e niente più. Migliore invece il trattamento di Pyp e Green, quest'ultimo in particolare, protagonista di una disperata scena di fronte al portale minacciato da un gigante che sta per fare breccia.
A proposito di giganti, e già che ci siamo anche di mammut, il budget ha evidentemente i suoi limiti, ma va specificato come Marshall, oltre ai soliti Benioff e Weiss, che hanno curato la scrittura, siano riusciti a sfruttare bene i mezzi a disposizione. La massa enorme dell'armata di Ryder (addirittura centomila uomini!) non emergerà mai, ma la narrazione dell'episodio riesce bene a superare i propri limiti alternando continue invenzioni narrative nella battaglia (la falce, gli arceri sulla Barriera, gli strumenti da battaglia dei giganti) a momenti più intimi dedicati al congedo tra alcuni personaggi, che anche in mezzo al fragore delle spade troveranno il tempo di dirsi addio. Salutiamo per sempre Ygritte, personaggio un po' sacrificato alle esigenze narrative e di scrittura nell'ultima stagione (e anche qui, stiamo ad aspettare un ultimo "You know nothing Jon Snow", che puntualmente arriva), ma comunque interessante e emblematico nel suo incarnare la ferocia e la disperazione dei Bruti.
Blackwater funzionava meglio perché si trattava di qualcosa di davvero mai visto prima, perché sentivamo le vicende ad Approdo del Re come più vicine al nostro interesse, perché i personaggi di Tyrion, Cersei, Tywin, Joffrey e Stannis erano più interessanti dei protagonisti alla Barriera, perché il coinvolgimento emotivo e il senso di disperazione era meglio trasmesso (ricordiamo il quasi suicidio finale della regina e di suo figlio), e soprattutto perché, alla fine dei giochi, l'esito della battaglia aveva influenzato maggiormente la trama generale. Con l'arrivo sorprendente di Tywin Stannis veniva sconfitto e i Tyrell diventavano alleati della Corona. Qui invece la sensazione è che, anche in un fronte che al momento rimane sempre molto lontano agli occhi dello spettatore, non si siano fatti troppi passi in avanti nella storia. I Guardiani tengono il posto, i Bruti si ritirano. Jon quindi decide di andare incontro a Mance Rayder, forse per ucciderlo, forse per trattare con lui.
The Watchers on the Wall è un buon episodio, e negarlo significa non vedere quello che lo show sta realizzando per se stesso e per la storia della tv. Tuttavia, in fin dei conti, il suo impatto in una stagione densa di eventi emotivamente devastanti (ad esempio non c'è davvero confronto con la scorsa settimana) è stato troppo ridimensionato, facendone un buon episodio e nulla più.
Confronto con il finale della battaglia nei libri: attenzione possibili spoiler anche sul futuro della serie
Nel romanzo l'esito della battaglia era abbastanza diverso. Come Tywin era giunto nella seconda stagione a salvare Approdo del Re, qui era Stannis ad arrivare a sorpresa oltre la Barriera per ribaltare le sorti del fronte al nord. Mance Rayder veniva infine catturato e i Bruti, se non sconfitti del tutto (nella saga di Martin raramente si arriva a qualcosa di definitivo e risolutivo, quasi tutto viene lasciato aperto a nuovi e possibili sviluppi), quantomeno dispersi. Un finale diverso, forse impossibile data la gestione stagionale della vicenda di Stannis, che avrebbe dato alla battaglia quell'impatto sulla trama generale che forse le è mancato.