Game of Thrones 4x09 "The Watchers on the Wall": la recensione

La battaglia alla Barriera occupa l'intero ultimo episodio di Game of Thrones

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Spoiler Alert
Per chi sapeva cosa sarebbe accaduto, e in che modo sarebbe stato gestito l'ultimo episodio di Game of Thrones, c'era molto da aspettarsi. Il fronte della Barriera probabilmente è stato uno dei più sacrificati dal punto di vista della scrittura, ma rimane pur sempre uno dei più importanti nell'impalcatura della saga e, anche se George Martin non ci ha ancora raccontato come, è evidente che alla fine dei giochi lo scontro con gli Estranei dell'estremo nord sarà il momento culminante della storia. Due schiere, ognuna a modo suo disperata, si affrontano quindi nella totale ignoranza e indifferenza da parte del mondo. Da una parte il Popolo Libero di Mance Ryder, che tenta di affermare il proprio posto nel mondo oltre che di sfuggire alla minaccia degli Estranei, e dall'altro i pochi e male armati Guardiani della Notte, che devono impedire il dilagare dell'armata su Westeros.

È impossibile non fare un confronto con Blackwater, l'episodio che due anni fa raccontava l'assalto della flotta di Stannis ad Approdo del Re. Ancora una volta è il nono episodio della stagione, e questo dovrebbe bastare a metterci sull'attenti, e ancora una volta è un'intera battaglia e un'intera storyline a occupare la puntata, senza ulteriori distrazioni narrative. Dalla capitale dei Sette Regni alla Barriera, la mano alla regia è inoltre sempre di Neil Marshall. Il confronto è quindi inevitabile, ma anche ingeneroso, e ci racconta un episodio che, nonostante tutti i suoi pregi, non riesce a bissare la bellezza e la tensione emotiva di un momento televisivo a suo modo già "storico".

Rimaniamo comunque con i piedi per terra e ragioniamo su ciò che abbiamo di fronte. Si fa presto a dimenticare che The Watchers on the Wall è pur sempre un episodio di una serie televisiva, ma non deve mai passare in secondo piano lo sforzo produttivo che si nasconde – ma nemmeno poi tanto – dietro i cinquanta minuti settimanali. Settimana dopo settimana, anche e soprattutto grazie a puntate come queste, la HBO sta portando la serialità oltre qualunque livello di spettacolarità e ricchezza narrativa mai raggiunto fino ad ora. Location, costumi, comparse, effetti in CGI, tutto contribuisce ad arricchire e ampliare la storia che ci viene raccontata. E la mano di Marshall ancora una volta si muove agile in scena, correndo da un setting all'altro, con chiarezza e cura tanto nei particolari quanto nelle scene di massa, fino a culminare in una carrellata al centro del Castello Nero davvero da ricordare.

La fase preparatoria è la più debole. Funziona nel parziale riscatto della figura di Alliser Thorne, e in un bel dialogo nel quale la scrittura ci ricorda come Maestro Aemon sia un Targaryen, ma si smarrisce completamente nella dimenticabile storia d'amore tra Sam e Gilly. In questi momenti, che occupano troppo minutaggio nella puntata, né la scrittura né le deboli interpretazioni aiutano. Bocciato anche Janos Slynt, ridotto a una macchietta, un codardo che nel mezzo della battaglia si rifugerà da qualche parte e niente più. Migliore invece il trattamento di Pyp e Green, quest'ultimo in particolare, protagonista di una disperata scena di fronte al portale minacciato da un gigante che sta per fare breccia.

Ygritte-gameofthrones-S04E09

A proposito di giganti, e già che ci siamo anche di mammut, il budget ha evidentemente i suoi limiti, ma va specificato come Marshall, oltre ai soliti Benioff e Weiss, che hanno curato la scrittura, siano riusciti a sfruttare bene i mezzi a disposizione. La massa enorme dell'armata di Ryder (addirittura centomila uomini!) non emergerà mai, ma la narrazione dell'episodio riesce bene a superare i propri limiti alternando continue invenzioni narrative nella battaglia (la falce, gli arceri sulla Barriera, gli strumenti da battaglia dei giganti) a momenti più intimi dedicati al congedo tra alcuni personaggi, che anche in mezzo al fragore delle spade troveranno il tempo di dirsi addio. Salutiamo per sempre Ygritte, personaggio un po' sacrificato alle esigenze narrative e di scrittura nell'ultima stagione (e anche qui, stiamo ad aspettare un ultimo "You know nothing Jon Snow", che puntualmente arriva), ma comunque interessante e emblematico nel suo incarnare la ferocia e la disperazione dei Bruti.

Blackwater funzionava meglio perché si trattava di qualcosa di davvero mai visto prima, perché sentivamo le vicende ad Approdo del Re come più vicine al nostro interesse, perché i personaggi di Tyrion, Cersei, Tywin, Joffrey e Stannis erano più interessanti dei protagonisti alla Barriera, perché il coinvolgimento emotivo e il senso di disperazione era meglio trasmesso (ricordiamo il quasi suicidio finale della regina e di suo figlio), e soprattutto perché, alla fine dei giochi, l'esito della battaglia aveva influenzato maggiormente la trama generale. Con l'arrivo sorprendente di Tywin Stannis veniva sconfitto e i Tyrell diventavano alleati della Corona. Qui invece la sensazione è che, anche in un fronte che al momento rimane sempre molto lontano agli occhi dello spettatore, non si siano fatti troppi passi in avanti nella storia. I Guardiani tengono il posto, i Bruti si ritirano. Jon quindi decide di andare incontro a Mance Rayder, forse per ucciderlo, forse per trattare con lui.

The Watchers on the Wall è un buon episodio, e negarlo significa non vedere quello che lo show sta realizzando per se stesso e per la storia della tv. Tuttavia, in fin dei conti, il suo impatto in una stagione densa di eventi emotivamente devastanti (ad esempio non c'è davvero confronto con la scorsa settimana) è stato troppo ridimensionato, facendone un buon episodio e nulla più.

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Nel romanzo l'esito della battaglia era abbastanza diverso. Come Tywin era giunto nella seconda stagione a salvare Approdo del Re, qui era Stannis ad arrivare a sorpresa oltre la Barriera per ribaltare le sorti del fronte al nord. Mance Rayder veniva infine catturato e i Bruti, se non sconfitti del tutto (nella saga di Martin raramente si arriva a qualcosa di definitivo e risolutivo, quasi tutto viene lasciato aperto a nuovi e possibili sviluppi), quantomeno dispersi. Un finale diverso, forse impossibile data la gestione stagionale della vicenda di Stannis, che avrebbe dato alla battaglia quell'impatto sulla trama generale che forse le è mancato.

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