Silicon Valley 1x01 "Minimum Viable Product": la recensione
La recensione di Silicon Valley: la nuova comedy in onda sulla HBO
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A pronunciare queste parole è Richard Hendrix (Thomas Middleditch), un giovane sviluppatore che, un po' per caso, un po' per inventiva, riesce a creare un algoritmo che, al di là delle sue applicazioni immediate, potrebbe essere sfruttato in modi rivoluzionari. È il miraggio della ricchezza e della notorietà che improvvisamente si manifesta di fronte ai suoi occhi di giovane sognatore della Silicon Valley, cresciuto all'ombra del mito di Steve Jobs e maturato sull'onda lunga di quella "rivincita dei nerd" che negli ultimi 15 anni la storia, e quindi anche il mondo della serialità, ci stanno raccontando. Di fronte al piccolo nerd si pone quindi un dilemma amletico: accettare una grande offerta per vendere la propria idea e autoescludersi dallo sviluppo, oppure optare per un minore guadagno immediato, ma rimanendo proprietario della creazione.
Ci riesce? In realtà, ma ovviamente questo è più che mai soggettivo, il pilot parte lentamente, le risate sono poche, lo spaesamento del gruppo di amici, che vive a casa di Erlich (T.J. Miller, miglior personaggio dell'episodio), è anche il nostro. Ma qualcosa migliora nel corso della puntata. Minimun Viable Product, questo il titolo, è un episodio in crescita, che decolla definitivamente una volta che il protagonista riesce ad uscire dall'incubatrice di idee nella quale è affogato insieme ai suoi colleghi, e si trova di fronte alla scelta che dicevamo all'inizio. Un dilemma che da un lato è lontanissimo dalla nostra concreta esperienza, ma che dall'altro lato riesce comunque a intrigarci, a coinvolgerci, e a farci chiedere cosa avremmo fatto al posto del protagonista.