Banshee 2x05 "The Truth About Unicorns": la recensione

Banshee arriva a metà stagione con un ottimo episodio di transizione, ben diretto e montato

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Banshee rischia seriamente di diventare una delle migliori serie tv in onda al momento. Sempre se non lo è già diventata tra uno sparo e l'altro, senza che ce ne accorgessimo. Ma come si permette questo action pulp di Cinemax, tutto sesso e pallottole, senza grandi discorsi, senza tematiche profonde, senza monologhi sopra le righe (The Walking Dead, stiamo guardando te) di costruire un episodio di transizione così ben montato e diretto, così curato nella messa in scena e nell'inquadratura, e tutto questo senza rinunciare all'azione? Si permette eccome. The Truth about Unicorns rigetta il caos e la coralità delle puntate precedenti per riportare sotto i riflettori i due fuochi che in principio hanno dato inizio all'incendio che sta consumando la città. Hood e Carrie, lontani dal mondo, ma il mondo li raggiungerà presto.

Con un prologo gemello a quello della puntata precedente, assistiamo ancora una volta all'uscita di prigione di Carrie. Stavolta non è un sogno, ma la realtà. Consapevolmente rimarcata sui movimenti della settimana scorsa, anche per accentuarne il parallelismo, la scena si differenzia per l'esito. Non il marito di Carrie ad attenderla, ma Hood, pronto a riaccompagnarla a casa (ma quale casa?), non prima di aver fatto una lunga deviazione verso il passato. Lo stesso passato dal quale riemergerà Rabbit, tutt'altro che arrendevole, deciso a eliminare i due.

Che bello questo episodio di transizione che si permette ritmi lenti, ma comunque carichi di tensione, nella prima parte per poi sfociare nell'azione pura e ben costruita nel finale! Si parla di un passato che non può ritornare, incarnato da una casa in bilico tra passato e presente che viene letteralmente mandata in fumo, ahinoi portandosi dietro anche il cadavere di Racine (salutiamo Zelijko Ivanek). Per la prima volta, lontano da Banshee, cadono parzialmente le maschere dei protagonisti. Forse per la prima volta Hood racconta qualcosa di sé, un aneddoto che lo coinvolge in prima persona e nel rapporto con il padre.

È evidente l'escalation costruita nell'arco dell'episodio. Una minaccia silenziosa, forse una macchina che segue i due, forse un sicario. Si giungerà quindi all'esplosione finale, che si svela attraverso almeno due momenti inaspettati, e che viene accentuata da una messa in scena curatissima, che gioca per tutto l'episodio con anticipazioni nel montaggio, che dopo il primo sparo si ritrae a inquadrare l'intera scena dall'alto, che racchiude tutta una situazione in una singola, bellissima inquadratura su un campo di grano. Da non sottovalutare anche il lavoro sulla colonna sonora, che si integra perfettamente con le scene, soprattutto nel finale, scandendo il ritorno verso casa.

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