Agents of S.H.I.E.L.D. 1x10 "The Bridge" (midseason finale): recensione
Primo bilancio sulla serie dell'universo Marvel: promossa ma con qualche riserva
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Se l'universo dei lungometraggi Marvel è il punto di partenza, l'obiettivo da raggiungere è la costruzione di un gruppo affiatato, e lo strumento per raggiungerlo è la coralità. Per l'ultimo episodio dell'anno, intitolato "The bridge", si è scelto di distaccarsi da questa formula di base, e in particolare di invertirne due componenti. Per la prima volta la costruzione di un gruppo affiatato, che si spera sia stata raggiunta, se non altro per giustificare il sacrificio della trama orizzontale, viene sfruttata per gestire coralmente tutti i personaggi. Per la prima volta l'episodio non è incentrato su nessuno in particolare, ma sul gruppo nella sua interezza e nei suoi rapporti, e non è un caso che tutto questo coincida con l'introduzione forte di una trama orizzontale.
Breve bilancio parziale: Agents of S.H.I.E.L.D. è una buona serie, ottima per chi cerca un po' di sereno svago settimanale, che non annoia e che tutto sommato è riuscita a venderci bene (non benissimo) i suoi protagonisti. Eppure, schiacciata dal peso di un universo cinematografico con il quale, ingiustamente, è stata costretta a confrontarsi (anche annunciare un crossover inesistente con Thor non ha aiutato) e con la quasi totale mancanza di una trama orizzontale (anche qui sentirci ripetere settimana dopo settimana come Tahiti fosse un posto magico non ha aiutato), ha finito per consegnare il tutto ad una certa piattezza. Una piattezza generalmente sufficiente, ma anche troppo statica, accettabile per una "fase uno" introduttiva e da promuovere, ma inaccettabile per il proseguimento nel prossimo anno.