X Factor 7, quarta puntata: il commento
Di Teletubbies privati delle antennine, di gechi ricoperti di lattice e di camicie del colore sbagliato...
dello spettacolo come micidiale nuance menajella e quindi categoricamente vietato.
Bene, immediatamente dopo l'apparizione del giovane belloccio violaceo, e non appena udito l'intervistatore che chiedeva lumi circa una scelta di colore così inadeguata proprio in una trasmissione televisiva e per di più durante una gara canora (a conferma che la superstizione non è un'opinione), la sfiga più cupa si è abbattuta su di me e improvvisamente, quanto inspiegabilmente, è giunto il black out totale della connessione Sky. Attimi di panico e terrore davanti al mio schermo immobile, imprecazioni ed improperi degni di un camallo (termine genovese per definire uno scaricatore di porto dal lessico colorito e non propriamente oxfordiano)... ma fortunatamente, dopo vari smanettamenti che non starò a elencare e lanci di fumogeni verso la redazione di BadTV, l'emergenza è poi rientrata.
Caro ragazzo (virgola) sappi che la tua risposta é perfettamente in linea con il noto effetto benefico provocato dalle prugne (ogni tanto mi piace aggiungere un dettaglio salutista). Risultato: alla fine ho visto non solo la puntata, ma anche l'Ante Factor e l'Xtra factor (che consiglio calorosamente a tutti di vedere, sia per le simpatiche incursioni di Rocco Tanica, sia perché i giudici sono piú veri e rilassati).
Ma andiamo con ordine. Fuoco e fiamme per la puntata di ieri sera, il sempre validissimo Cattelan, di moquette verde ramarro vestito, è comparso immerso in una scenografia 'infernale' perché la puntata, vista la doppia eliminazione dei concorrenti, è stata ribattezzata proprio Hell Factor (e vi assicuro che anche la mia serata di imprevisti è stata abbastanza indiavolata). Il programma è iniziato subito con un'esibizione di tutti i concorrenti insieme, che a me è parsa scimmiottare un po' troppo i concerti itineranti dei ragazzi di 'Amici', per rendere omaggio all'impegno politico del collettivo noto col nome di Pussy Riot. Solo che le ragazze, con il volto coperto da cappucci colorati, a mio modesto parere avevano le sembianze di Teletubbies privati delle antennine.
E qui noto come ogni volta i giudici non perdano l'occasione di sottolineare il fatto che quella della serata di turno non si riveli mai come la performance migliore di Gaia... beh, allora speriamo di riuscire a vederla questa esibizione perfetta prima o poi. Il pubblico l'ha votata, e qui cala il mistero sui telespettatori e sui Santi che la ragazza ha in paradiso anche in una serata d'inferno!
Spendiamo qualche parola sull'ospite (o forse sarebbe meglio dire 'ospiti) della serata, per me un attimo amarcord: Luca Carboni feat Tiziano Ferro. Concedetemi un momento di tenerezza per Carboni, idolo di gioventù di noi ragazze degli anni '90. So che adesso è davvero difficile immaginare cosa si celasse, ai tempi, sotto questo imbolsito vitellone di mezza età, ma vi giuro che era un vero figo, un gran bonazzo da poster in cameretta. E per rimanere in tema di bonazzi, anche se quest'anno tra i concorrenti c'è davvero poca roba, vorrei far notare come Michele, bravo come sempre, si stia lentamente trasformando in Robert Pattinson, il bel vampiro Edward Cullen della saga di Twilight. Onestamete lo vedo zompettare velocemente, in questa nuova veste, verso la finale. E fighissimo - certamente in senso molto piú ampio - anche Tony degli Ape Escape, ieri sera con una voce davvero super. Pollice verso per Aba versione Beyoncé, perché a cantare e ballare insieme non ce la fa ancora. Mentre Andrea, con la sua versione di Grease, a me è piaciuto: il barbuto ragazzo è versatile e, nonostante Morgan ritenga le scenografie e coreografie realizzate per i suoi ragazzi piú scarne rispetto a quelle altrui, credo che ne sia uscito ottimamente... perché quando si è bravi non si ha poi bisogno di troppi fronzoli.
E proprio di Morgan ho apprezzato il forzato spirito sereno, ispirato al pacifismo di John Lennon, anche se il look della serata è stato un mix shakerato tra gli abiti di Philippe Daverio (critico d'arte, giornalista, scrittore noto anche per aver condotto una trasmissione che andava in onda circa alle tre di notte facendo spietata concorrenza a Marzullo) e la chioma di quel turpe individuo del disturbatore Paolini - balzato tristemente agli onori della cronaca in questi giorni. Invece mi sono piaciuti meno l'incarognimento di Mika e i suoi giudizi spietati nei confronti dei ragazzi delle altre squadre.
Quindi, con ghigno mefistofelico, attendo di vedere altro fuoco, altre fiamme, concorrenti messi sulla graticola che bruciano per la vittoria o per la salvezza. La ricetta della prossima settimana? Geco alla griglia!