Under the Dome (prima stagione): la recensione
Stagione deludente e povera di spunti: Under the Dome è una delle peggiori proposte dell'anno
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Partendo dalla fine, Under The Dome tenta di raccogliere nel cliffhanger di fine stagione le tensioni dei due grandi blocchi che hanno dominato la scrittura della serie: quello legato alla natura della cupola e ai suoi vari misteri e quello più collegato all'aspetto sociologico e all'indagine sulle reazioni verosimili di una comunità sottoposta ad un simile evento. Nel tentare questa improbabile fusione di situazioni, che dovrebbe tirare le fila di quanto mostrato nel corso delle precedenti puntate, la scrittura dello show lascia che la prima, rappresentata dall'improvviso oscuramento della cupola, fluisca direttamente nella seconda, che vede il culmine dello scontro tra Big Jim e Barbie (non ci si abitua mai a questi nomi). Risultato è una serie che finalmente, attraverso queste due superfici, si specchia in se stessa e si vede piatta, vuota e senza contenuti, un po' come la visione che presenta a coloro che da fuori cercano di guardare all'interno di Chester's Mill.
Parlando del pilot mettevamo in guardia dal rischio di concentrare tutta l'attenzione sull'elemento mistery piuttosto che sullo sviluppo dei personaggi, e purtroppo questo è ciò che è successo. Under the Dome si allinea perfettamente a tutti gli epigoni sbagliati di Lost - a nulla è valsa la presenza di Jack Bender nella produzione - che negli anni precedenti sono apparsi in tv, e ne condivide tutti i limiti e i difetti: accumulazione di misteri nella speranza che questi bastino a invogliare lo spettatore alla visione e totale disinteresse nei confronti dei protagonisti.