Brooklyn Nine-Nine: la recensione del pilot
Simile, ma non uguale, a Parks & Recreation, la serie con Andy Samberg debutta con un pilot che ne mostra le potenzialità
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Per capire bene le coordinate da cui parte Brooklyn Nine-Nine bisogna dare innanzitutto uno sguardo ai produttori esecutivi: troviamo Phil Lord e Chris Miller, registi di quel capolavoro di demenzialità che è Piovono Polpette. E già a questo punto i segreti di buona parte della ricetta sono stati svelati. Ripassiamo il cast della serie e vi troviamo infatti Andy Samberg (che internet conosce grazie a perle come questa o questa) e Terry Crews, entrambi doppiatori nel film d'animazione del 2009 (curiosamente anche lì Crews interpretava un poliziotto). Ecco quindi la grande coralità di una serie che non si vuole appoggiare ai soli protagonisti o ai volti più noti, ma che cerca di dividere il proprio minutaggio equamente, potenziando tutti i suoi personaggi.
La trama non è esattamente il punto forte della puntata, e funge più che altro da pretesto per introdurre tutti i caratteri, alle prese con l'arrivo del nuovo capitano, Ray Holt, interpretato da Andre Braugher (che in pratica riprende in chiave comica il ruolo drammatico interpretato in Last Resort). Nonostante un plot non esattamente accattivante, la puntata scorre via veloce, strappa più di una risata nei suoi momenti più surreali (non male per un primo episodio) e soprattutto vince in quello che forse era il suo obiettivo principale: convincerci delle potenzialità della serie. In fondo, da Community allo stesso Parks & Recreation, è raro che una comedy funzioni fin da subito. In genere ha bisogno di un periodo di rodaggio e di fiducia, e Brooklyn Nine-Nine sembra meritarsela.