The Walking Dead 4: Scott Gimple parla del suo approccio alla serie
Il nuovo showrunner parla della sua visione della nuova stagione e del Comic-Con 2013
Intervistato da THR, Gimple ha parlato del fatto di esser stato un po' intimorito dall'offerta di diventare il nuovo showrunner ma che poi ha accettato con entusiasmo. E guardando al suo futuro professionale all'interno dello show non ha preoccupazioni, ama la serie, il cast ed è certo che la quarta stagione darà grandi risultati. Qui di seguito vi riportiamo alcuni punti salienti dell'intervista ma, attenzione, vi invitiamo a non visitare la fonte perché l'autore dell'articolo ha ben pensato di aprire il pezzo con uno spoiler gigante - proveniente dal fumetto di Robert Kirkman - sul personaggio di Rick Grimes (per cui, se non siete dei lettori del sopracitato, evitatevi questo pugno nello stomaco...)
Kirkman è più propenso a discostarsi dal fumetto di quanto io sia stato disposto a fare in passato. Il suo approccio è tipo "Oh va benissimo, lo abbiamo già visto nel fumetto. Possiamo variare un pò." Io sono stato più intransigente sul mantenere la storia vicina al fumetto. Kirkman mi ha fatto intendere che dovevo allentare un pò, in modo da poter gestire diverse situazioni che puntavano in diverse direzioni. A dire la verità, al punto in cui la storia è adesso, quelli che conoscono bene il fumetto avranno già capito che abbiamo dovuto fare così. E' divertente, in un certo senso quelle cose che quest'anno si sono allontanate dal fumetto adesso - in qualche modo - servono per avvicinarsi nuovamente ad esso. Ci saranno alcuni anelli che si stringeranno attorno al fumetto che poi creeranno una sorta di remix. Ed essenzialmente è così che lo vedo: è un remix del fumetto.
Sotto la guida di Glen (Mazzara), la serie ha fatto fuori diversi personaggi di rilievo. Qual è il tuo approccio?
Il DNA è contenuto nel modo in cui la gente è morta nel fumetto; questo è quello che ha sempre portato avanti la storia. Se [questo] dovesse servire esclusivamente da shock, diventerebbe un fallimento. Deve avere un significato. Ma questo non vuol dire assolutamente che non possa accadere di punto in bianco, perché è così che, a volte, accade in questo mondo.
Al Comic-Con, nella Sala H, farai il tuo debutto come showrunner. Come ti stai preparando alle domande dei fan?
Vado al Comic-Con dal 1994 e sono stato nella Sala H un sacco di volte, solo che ero seduto davanti al palco. Sono davvero elettrizzato per questo, perché mi sento davvero a mio agio lì. Non sono nervoso, e in più sarò lì con altre 12 persone che apprezzo molto. L'unica cosa che mi rende nervoso è che Norman Reedus (Daryl) parlerà e io starò seduto lì ad ascoltarlo dimenticando così che anch'io dovrò dire qualcosa [ride]. Approccio la cosa ancora come se fossi un fan. E ci sono diversi panel che voglio seguire, così tanti che dovrò trovare un modo per farli combaciare con gli impegni già presi. Sono molto curioso di sentire le domande dei fan, perché - onestamente - sono sempre le migliori. Senza scoraggiare [il moderatore e conduttore di Talking Dead] Chris Hardwick, che adoro.
Molta gente si è arrabbiata per il finale della terza stagione, dove il Governatore è fuggito e Andrea è morta. Quanto sarà diversa la quarta stagione?
Speriamo che tutte quelle persone possano provare entusiasmo per le cose che accadranno nel corso di questa nuova stagione. Forse alcuni dei [conflitti con Michonne, Rick e il Governatore] non sono stati del tutto tralasciati. Fa tutto parte della storia più grande perché la storia sta andando avanti, e tutte quelle cose ne influenzeranno il futuro.
The Walking Dead sarà presente al Comic-Con di San Diego; il panel si terrà venerdì 19 luglio presso la sala H.