Banshee: la recensione
La serie di Cinemax, violentissima, pulp e quasi fumettosa è una delle migliori sorprese della midseason...
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Un uomo senza nome esce di prigione dopo 15 anni e si dirige verso Banshee, il luogo dove la sua vecchia ragazza, dopo un furto di diamanti andato male, ha cercato di ricostruirsi una vita. Durante il suo primo giorno in città assiste all'uccisione del nuovo sceriffo, di nome Hood, e decide di assumerne l'identità per restare in paese. Mentre Hood cerca un contatto con la sua ex ragazza scopre che la vita a Banshee è in preda a faide tutte ricondotte al locale boss della criminalità Kai. Intanto, dal passato, il gangster Rabbit, al quale erano stati rubati i diamanti, si rifà sotto per ottenere vendetta...
E in effetti i protagonisti e alcuni dei personaggi secondari sembrano essere usciti da un fumetto: nel corso della stagione vediamo boss con cani antropofagi ed enormi crocifissi tatuati sulla schiena, uomini distinti ed elegantissimi che si rivelano i peggiori killer, enormi albini, travestiti hacker abilissimi nel combattimento. E tutto questo, ripetiamo, senza un filo di ironia. La classica caratterizzazione esiste, quasi sempre riconducibile a fratture familiari, ma passa in secondo piano di fronte ad immagini talmente estreme da caratterizzare ad una sola occhiata il personaggio in questione. E dunque meglio risparmiare il tempo per godersi questa cavalcata senza sosta attraverso dieci puntate (durata perfetta della stagione che si conclude gettando bene le basi per il prossimo anno) raccontate con una tecnica assolutamente perfetta.
Dopo Hunted Cinemax continua a costruire la propria identità con una buona serie: Banshee è un prodotto per certi versi tagliato con l'accetta, che non conosce mezze misure e che pecca soprattutto nella costruzione di tutto ciò che va oltre il fine primario della serie (siano sottotrame secondarie o personaggi marginali). Ma è anche uno show che si è costruito da solo, senza troppe aspettative (al contrario di altri) ma con una scrittura solida, una tecnica ottima e infine una grande chiarezza sul tipo di prodotto che desiderava essere. E di questi tempi non è poco.