Arrow: la recensione del pilot
La recensione del primo episodio di Arrow, la nuova serie CW su Freccia Verde…
C’era molta attesa per il pilot di Arrow, nuovo adattamento di una serie a fumetti della DC Comics che arriva dopo un anno e mezzo dalla chiusura di Smallville. La serie è esattamente come ce la siamo immaginata guardando i trailer. Il protagonista è Oliver Quinn (il modello Stephen Amell, che sullo schermo appare splendidamente ma di recitazione sa poco o nulla), un playboy miliardario che finisce naufrago su un’isola con il padre, e sopravvive cacciando con un arco fabbricato con le proprie mani. Ritrovato dopo cinque anni, è ovviamente cambiato in meglio. Non è più l’egoista figlio di papà bellissimo e ricchissimo; ora è diventato l’altruista orfano (scopriamo più avanti come è morto il padre) bellissimo e ricchissimo. Con sé ha una lista di nomi lasciatagli dal padre: dovrà far compiere delle azioni a queste persone, e il “villani” dell’episodio è proprio una di queste persone. Si tratta di un uomo di nome Adam Hunt, cui Freccia Verde (l’alter ego in cui si traveste Oliver per non lasciare traccia del proprio operato: la sua base segreta sarà nella ex fabbrica del padre) chiede con le buone di versare 40 milioni di dollari a una organizzazione benefica. Ovviamente Hunt si rifiuterà, e Freccia risolverà la situazione vedendosela prima con i suoi scagnozzi, e poi utilizzando una delle sue frecce high-tech.
Tra le altre cose, nell’episodio scopriamo anche il contesto in cui “torna a vivere” Oliver: la madre si è risposata, sua sorella si droga e una giornalista (sorella della sua ragazza, morta nel naufragio) gli rompe le scatole. C’è anche un detective, padre della sua defunta ragazza, che gli dà la caccia.