Il cast di The Walking Dead risponde alle critiche alla seconda stagione
Vari attori del cast e il produttore Robert Kirkman rispondono alle accuse di eccessiva lentezza rivolte allo show...
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La trasmissione della seconda stagione di The Walking Dead si è accompagnata ad alcune critiche mosse da una fetta di pubblico del popolare show della AMC. In particolare queste osservazioni si sono rivolte contro la prima parte della stagione, da alcuni giudicata come eccessivamente statica (ricordiamo la permanenza alla fattoria e il lungo soffermarsi sulla vicenda della ricerca di Sophia).
A queste critiche ora risponde lo stesso cast, in alcune dichiarazioni rilasciate a Entertainment Weekly. Ecco quanto affermato da alcuni attori, cominciando con Norman Reedus (Daryl Dixon):
Le persone si lamenterebbero in ogni caso. Se avessimo ucciso un'infinità di zombie nella scorsa stagione allora tutti avrebbero detto: "Non c'è storyline, non parlano abbastanza". [...] Ho provato a seguire Game of Thrones. Non posso dirvi se rappresenta il futuro o il passato, ma questi tizi parlano tutto il tempo. Dovrei lamentarmi, o guardalo e divertirmi? Me lo guardo e mi diverto. Le persone direbbero quello che dicono comunque. Bisogna parlare per raccontare una storia. Non è un cartoon.
La prendi in maniera personale perché si tratta di qualcosa per cui hai lavorato sodo, come gruppo, come collettivo, ti senti come se ci avessi messo il tuo sangue, sudore e lacrime. Ma, al tempo stesso, capisci che l'arte è soggettiva. Quindi accetti quello che ti dicono, e di conseguenza ti viene da ridere quando senti: "non vedo l'ora di vedere la nuova stagione". Ne sei davvero eccitato e felice. [...] Per me, si tratta di questo: aspettate, abbiamo un piano, siamo tutti qui. C'è un solido sistema di bilanciamenti che permette di evitare che si vada troppo in avanti velocemente.
Questo invece quanto dichiarato dai due protagonisti maggiori, Sarah Wayne Callies (Lori Grimes) e Andrew Lincoln (Rick Grimes):
Quando arrivano delle critiche sul ritmo e cose del genere, allora penso voglia dire che lo show si è assestato su un buon livello di visibilità e che dunque ci sono anche delle recensioni negative, critiche e controversie. Penso che per uno show come questo, molto francamente, se non ci fossero in risposta delle critiche o controversie, allora vorrebbe dire che non ci staremmo prendendo abbastanza rischi. Non se mi sarei sentita a mio agio se lo show avesse raccolto solo pareri positivi. Spariamo ai bambini in faccia. Penso che il ritmo della prima metà della seconda stagione sia stato un grosso rischio creativo perché ha rallentato il ritmo di una narrazione invece di quello solitamente normale per un prodotto horror. [...] A chi importa di cosa accade a queste persone se non le conosciamo approfonditamente? Penso che questi episodi siano molto importanti, e che siano una sorta di trampolino di lancio.
Non leggo le recensioni. Sto fuori dall'equazione. Tutto ciò che so è di aver sempre avuto la sensazione che gli autori volessero trattarlo come una specie di grande film. [...] Certamente vogliamo tenere un certo equilibrio. Stiamo ancora imparando cosa funziona e cosa no.
Infine ecco quanto affermato dal produttore esecutivo Robert Kirkman:
So che dobbiamo essere tutti molto fieri della seconda stagione, e siamo molto felici si come si sia svolta. Penso che una volta che venga vista per intera, ci si accorga di come la prima metà – che alcuni hanno definito lenta – ha costruito alcuni momenti molto riusciti e abbia facilitato ciò che è successo negli ultimi episodi dal ritmo più veloce.
Fonte: Entertainment Weekly