Perché la HBO ha cancellato Luck
Un problema di ascolti o di immagine? Cosa ha spinto la rete a terminare la produzione di Luck?
Cos'è successo?
Immediatamente dopo la diffusione della notizia della morte del terzo cavallo, la HBO ha assicurato di aver voluto adottare misure di sicurezza “oltre gli standard televisivi” — con l'aiuto dell'American Humane Association e di alcuni esperti di corse — e ha annunciato la sospensione delle riprese che avrebbero coinvolto i cavalli.
Con l'apertura di un'indagine da parte dell'American Humane Association e le pesanti accuse della PETA, è giunto l'annuncio della cancellazione della serie, con sospensione immediata della produzione: non ci sarà nessuna seconda stagione di Luck. (È stato girato un solo episodio che non verrà trasmesso; gli ultimi due episodi della prima stagione, invece, andranno in onda regolarmente).
Un problema di ascolti?
In seguito all'improvvisa decisione, è nato qualche sospetto: la rete ha trovato l'occasione giusta per disfarsi di una serie dagli ascolti non soddisfacenti, ma apprezzata dalla critica? C'era qualcosa da nascondere e quindi si è cercato di evitare un'indagine approfondita, assecondando le richieste della PETA? Se Luck avesse avuto gli ascolti di True Blood, sarebbe stata cancellata lo stesso?
Difficile rispondere con certezza, ma qualcosa si può dire: no, gli ascolti della serie non hanno inciso direttamente nella decisione. Se la HBO avesse voluto disfarsi della serie — perché poi? Complessivamente viene seguita ogni settimana da oltre 5 milioni di spettatori, che, è vero, prediligono visioni alternative come DVR e repliche alla trasmissione regolare della domenica sera, ma rimangono un numero da non trascurare — non avrebbe avuto scrupoli a non rinnovarla. Era già successo nel 2007 con la precedente serie di David Milch, John from Cincinnati: in quel caso gli ascolti degli episodi erano addirittura più alti, ma evidenti divergenze creative (affiancate a una genesi della serie quanto meno incresciosa) avevano portato alla chiusura anticipata della produzione (con una prima stagione di soli 10 episodi, contro i 12 previsti).
Un problema di pubblicità?
Si può ricondurre il tutto, invece, a un problema di immagine e pubblicità? Sì: il valore di una serie come Luck è diverso da quello di una serie come True Blood e Game of Thrones e risiede nella pubblicità per la rete, nel prestigio e nel buzz che crea per il network. Luck è una produzione di lusso, ma nel momento in cui si parla di cavalli morti, incidenti, indagini e problemi del genere, non si sta più parlando di quanto ottimo sia il prodotto e questo tipo di pubblicità non fa più bene alla HBO. (Senza contare possibili conseguenze legali per quanto accaduto sul set).
Cancellando la serie, invece, la rete è voluta passare dalla parte del “giusto”, lanciando un preciso messaggio all'esterno: ha a cuore gli interessi degli animalisti e gli animali stessi, non è un'industria spietata, ha preso una decisione sofferta, ma dovuta.
E in fondo, se la produzione di 10 episodi porta alla morte di 3 cavalli, cosa dovremmo aspettarci nell'arco di più stagioni? Uno sterminio?
La sfortuna di David Milch
Chi è stato davvero sfortunato nell'intera vicenda è, ovviamente, David Milch, creatore della serie (e in passato di Deadwood e John from Cincinnati, entrambe cancellate improvvisamente): noto appassionato e amante di cavalli, con Luck aveva realizzato la serie dei propri sogni. Non gli avrà fatto piacere vederla terminare in questo modo, ma altrettanto intollerabile deve essere stata la morte dei tre cavalli.
Chiusa l'esperienza Luck, però, sappiamo già cosa dovrebbe fare: il suo ultimo accordo con la HBO prevede l'adattamento per il piccolo schermo dei romanzi di William Faulkner.
Arriverà a fine corsa questa volta?
Fonti: Varie