Voices - Pitch Perfect, la recensione

Al college diversi gruppi di canto a cappella si sfidano, con numeri musicali e coreografie, arrivando fino ai campionati nazionali. No, non è il film di Glee...

Critico e giornalista cinematografico


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La crescita d'interesse intorno alla figura del cantante o del canto in generale creata dalla televisione (sia tramite talent show che tramite serie come Glee) fuoriesce finalmente al cinema, stranamente riluttante a reagire alla domanda (non era andata così con il ballo di strada). Non a caso anche l'adattamento italiano sottolinea la vicinanza tematica (e di pubblico) tra questo film e la tv riprendendo il titolo di una trasmissione al posto del più specifico originale (il consueto gioco di parole tra acuto perfetto e provino perfetto, Pitch Perfect).

L'idea dietro Voices dovrebbe essere di aderire in pieno al tema con la trama, un ambito college in cui gruppi di studenti rivaleggiano (come Glee), intorno a campionati di canto a cappella, e invece prenderne distanza con la sceneggiatura, cercando contemporaneamente di essere dentro e fuori il piccolo mondo del canto, sfruttarne il richiamo ma prendendolo anche in giro. Rimestare nel televisivo ma distanziarsene in quanto cinema, sporcarsi le mani con una tematica attira pubblico ma cercare di trattarla con una complessità superiore (almeno idealmente) a quella della tv.

Scritto da Kay Cannon, già parte del Saturday Night Live e tra le autrici di 30 Rock, e diretto dal quasi esordiente al cinema Jason Moore, il film cerca di sovvertire luoghi comuni, abbozza un po' di umorismo demenziale e pare divertirsi intorno alle assurdità del mondo del canto a cappella senza una vera idea di fondo.

Tutto quanto si riduce ad un po' di umorismo scurrile (circostanziato e ben delimitato a certe scene), qualche battuta nonsense tra i commentatori delle gare (la parte più divertente) e una serie di ironie meno riuscite nel resto del film, che intanto si srotola con una certa meccanicità e senza evitare (nè prendere in giro) tutti i luoghi comuni del genere cui appartiene. Non una vera parodia, non un vero film sul canto, Voices vuole essere un ibrido per prendersi poco sul serio, il risultato però non stupisce nè coinvolge, non diverte eccessivamente nè avvince. E' sufficientemente generico e innocuo da non far male a niente e nessuno e forse accontentare un po' tutti.

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