Venezia 70: Via Castellana Bandiera, la recensione
L'esordio al cinema di Emma Dante è un film molto rigoroso, poco simile alla produzione italiana attuale e più legato ai temi e al modo di raccontare del cinema italiano classico...
In Via Castellana Bandiera le donne fanno lo scontro fisico e gli uomini gli orbitano intorno, mossi da questa tensione, impegnati in tutte quelle attività che gli ruotano intorno. Chi si aspettava un lavoro parateatrale o anche solo sperimentale dall'esordio al cinema di Emma Dante sbagliava e si trova di fronte un film non solo classico (nel senso italiano) ma anche molto rigoroso, complesso e tecnicamente ineccepibile, che ha al centro della storia uno scontro tra due donne completamente diverse che non è mai intellettuale o dialettica, ma anzi ripiegato su quella dimensione fisica solitamente riservata agli uomini.
La trama potrebbe suggerire un film grottesco ma così non è (e questo è il primo virtuosismo della Dante), Via Castellana Bandiera è molto rigoroso, ironico in più punti ma determinato e serio. Riesce ad orchestrare in un vicolo uno scontro che non è di intelligenze ma di corpi per agitargli intorno un'umanità profittatrice e squallida (con la bava nera che esce dalla bocca quando mangiano gli spaghetti al nero di seppia), in un luogo che pare astratto dalla realtà (bello il dialogo surreale sui numeri civici). Ben presto quindi questo scontro esce dalla contingenza reale e diventa pura tensione tra due forze mosse da motivazioni differenti: ricordi, rimpianti, rabbia, disillusione da una parte e carica emotiva, voglia di essere, insoddisfazione e voglia di non arrendersi all'evidente fine di un amore dall'altra.
La vera sorpresa è però la mancanza dei temi più facili legati al meridione, al corpo della donna, al maschilismo, all'omofobia e alla mentalità mafiosa. Nonostante avrebbe potuto Emma Dante non coglie nessuno di questi spunti che la sua storia offre, perchè è altro che gli interessa, come nel cinema italiano classico infatti sono gli esseri umani e non i "temi" ad essere il centro del suo racconto.