Titanic 3D - la recensione
Che l'abbiate visto o meno al cinema nel 1998, quando Titanic tornerà sul grande schermo ad aprile in digitale 3D sarà una esperienza inedita per tutti...
Quando Titanic uscirà nuovamente nei cinema di tutto il mondo il 6 aprile, a pochi giorni dal centenario della tragedia che sconvolse il Mondo, per molti sarà l'occasione per vedere il kolossal di James Cameron per la prima volta sul grande schermo. Ma anche per chi lo vide già nel 1998 (magari più volte), e poi in cassetta e dvd, questa sarà una esperienza inedita: il film verrà infatti riproposto rimasterizzato in digitale 3D. Martedì abbiamo partecipato a una anteprima speciale, assieme agli amici di ScreenWeek (qui la loro recensione), e possiamo dire che la differenza si nota davvero.
Ma a colpire è in particolare il lavoro fatto sul 3D: si tratta della riconversione migliore fatta finora, soprattutto perché finalmente non ha un senso unicamente commerciale. Ma prima di entrare nel dettaglio, una premessa sulla questione luminosità: come noto gli occhiali 3D scuriscono leggemente l'immagine, un problema cui i cinema dovrebbero rimediare proiettando a una luminosità leggermente superiore. Purtroppo molti cinema tendono a sottovalutare questo aspetto, spesso perché cercano di risparmiare proprio sull'utilizzo delle costose lampade dei proiettori, e il risultato è una percezione comune del 3D come "buio". Il nostro consiglio è sempre quello di recarvi in un cinema di fiducia che sappiate potrà garantirvi uno spettacolo di qualità degno di Titanic.
Messe da parte le considerazioni puramente tecniche (il film non presenta errori particolari se non in un paio di inquadrature estremamente profonde, ai lati delle quali l'immagine appare sdoppiata), quello che colpisce di questa dimensionalizzazione è il fatto che il materiale di partenza si presti alla perfezione al 3D (non è una coincidenza che il primo film 3D di Cameron, Ghosts of the Abyss del 2003, sia proprio un documentario sull'RMS Titanic).
Lo stile con cui il regista ha girato Titanic è classicissimo, con inquadrature lunghe e composizioni piuttosto statiche; anche nelle scene d'azione il montaggio viene utilizzato più per ordinare i soggetti nell'ambientazione che come mezzo espressivo. Il risultato è un film le cui inquadrature possono essere tranquillamente riconvertite in 3D. I protagonisti di Titanic, poi, non sono solo Jack e Rose, ma anche (e forse soprattutto) la gigantesca nave, della quale Cameron descrive la complessità e la vastità dall'esterno con piani sequenza e ampie inquadrature, e dall'interno con grandangoli della sala motori o dei labirintici corridoi. Tutte scene che chiaramente il 3D amplifica e valorizza, per non parlare del tentativo di suicidio di Rose, della romantica e iconica scena sulla prua, o delle vertiginose scene dell'affondamento.
Cameron sceglie di proporci il film in un 3D immersivo, proprio come accadeva in Avatar, evitando quindi effetti pop-up (in tutto il film ce n'è solo uno, ed è geniale, con uno schizzo d'acqua durante una sparatoria) e trasformando lo schermo cinematografico in una finestra. E questo è l'aspetto più coerente dell'intera operazione: il linguaggio registico adoperato da Cameron in Titanic andava in questa stessa direzione, anche se in maniera bidimensionale, creando un senso di immersione e immedesimazione nello spettatore esemplificato dalla celebre sequenza finale in prima persona (se vogliamo quasi profetica), in cui noi entriamo nella sala del Titanic guardandola con gli occhi di Rose.