Shutter Island - La recensione

Un poliziotto si reca su un'isola per far luce su una paziente scomparsa dal manicomio, ma il caso è più complicato del previsto. Il nuovo film dell'accoppiata Martin Scorsese-Leonardo DiCaprio sa di già visto e convince poco...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloShutter IslandRegiaMartin Scorsese
Cast
Leonardo DiCaprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Emily Mortimer, Michelle Williams, Max von Sydow, Patricia Clarkson, Jackie Earle Haley

uscita5 marzo 2010La scheda del film

Certi film hai l'impressione di poterli prevedere già dal trailer, sia nell'andamento che nei risultati. Ecco, per me (che magari in questo esercizio di previsioni sbaglio sovente) Shutter Island era abbastanza chiaro fin da subito, tanto che almeno devo ritenermi soddisfatto che non si sia scesi ai livelli bassissimi di Cape Fear.

Per fortuna, Shutter Island è 'semplicemente' un film bruttino e poco efficace, che nella carriera di Scorsese (anche per merito del suo curriculum straordinario) certo non verrà inserito tra i capolavori. Il punto vero è che si ha l'impressione di aver già visto una storia del genere raccontata altre mille volte, tanto che se si facesse una lista delle possibili citazioni si potrebbero inserire decine di titoli (e per non spoilerare nulla, diciamo che in una scena di due minuti mi ha fatto anche pensare a Changeling). Soprattutto, basta aver visto qualcuna di queste pellicole per capire dove vuole andare a parare Shutter Island.

E una volta arrivati al finale (peraltro troppo lungo), si capisce che, per l'obiettivo (fallito) di stupire, si è dato vita a una storia che non ha nessuna logica razionale. Inoltre, siamo di fronte al classico film di genere che non accetta la sua collocazione e vuole disperatamente essere qualcosa di ben superiore (tanto che, a questo punto, viene da sorridere a pensare che si voleva puntare agli Oscar). Ovviamente, questo non toglie che, tra metafore delle paranoie americane degli anni cinquanta e campi di sterminio nazista, sarà semplice per qualcuno urlare al capolavoro ed esaltarsi senza motivo.

Anche a livello visivo, è chiaro come tutto sia all'insegna del 'vorrei ma non posso'. In questo caso, l'ambizione sarebbe quella di dar vita a passaggi tra realtà e momenti onirici degni delle grandi pellicole di Polanski, come Rosemary's Baby o Repulsion. In alcuni casi, si ottengono dei risultati interessanti (penso a una scena con la moglie al tramonto - anche se forse per certi versi è eccessiva - o a dei cadaveri bloccati tra le radici di un albero), in altri si ha l'impressione che si tiri tutto troppo per le lunghe e che comunque si abusi di questo artificio narrativo. Falsamente spettacolare, invece, una carrellata con dei militari che cadono colpiti dagli spari. E a proposito di 'rumori', menzione negativa per il pessimo utilizzo degli effetti sonori, che talvolta devono sopperire alla mancanza di inquietudine del film, come se si trattasse di un horror di bassa lega.

In un cast generalmente ben diretto, mancano forse i picchi che ci si aspetterebbe da un regista di questo livello. Leonardo DiCaprio è discreto, ma ha sicuramente fornito prove migliori del suo talento, mentre Ben Kingsley è comunque bravo a padroneggiare un ruolo che poteva facilmente sfuggirgli di mano. A questo punto, spiccano maggiormente le apparizioni (quasi dei cammei) di Patricia Clarkson e di Jackie Earle Haley, capaci (almeno loro) di provocare qualche vero brivido.

Tirando le somme, una pellicola poco convincente e che ti fa pensare che da Scorsese è lecito attendersi di meglio. O forse, visti film recenti come Gangs of New York e The Aviator, ormai il suo livello è questo?

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