Saving Mr. Banks, la recensione
Abbiamo visto al London Film Festival Saving Mr. Banks: Emma Thompson e Tom Hanks illuminano lo schermo nei panni della "mamma" di Mary Poppins e di Walt Disney...
Si chiude con un sapore agrodolce questo London Film Festival, grazie a una storia a metà tra dramma biografico e commedia. E dire che Saving Mr. Banks, diretto da John Lee Hancock, non sembrava particolarmente diverso da altre commedie in live-action targate Disney: humour per tutta la famiglia, buoni sentimenti e qualche interludio musicale. Il tutto, magari, arricchito dalla componente didascalica, dato che il film segue la difficile contrattazione tra Pamela Lyndon Travers, riottosa e introversa autrice di Mary Poppins, e l'esuberante Walt Disney, determinato a tutti i costi a trarre dal libro della scrittrice australiana un ennesimo successo per la sua carriera.
E invece no. Saving Mr. Banks segue pedissequamente le tappe della commedia per famiglie, questo sì, ma arricchisce il tutto con una componente malinconica che fa fare alla pellicola il definitivo salto di qualità, accostandolo ai migliori biopic cinematografici: avvicina il pubblico alla protagonista, avvalendosi di prove attoriali da brivido, in grado di imporre la sospensione dell'incredulità anche al più cinico cuore di pietra. Emma Thompson ha indubbiamente regalato a Hancock la performance migliore della sua maturità; e parliamo di una fuoriclasse, attrice a tutto tondo che ha sempre nobilitato con il suo talento anche pellicole non propriamente memorabili.
Insomma, se avete la lacrima facile, preparatevi: Saving Mr. Banks è quasi scientifico nel suo far vibrare le corde più tenere e commosse dell'animo umano, e dietro la facciata ingannevole della commedia per famiglie nasconde ben altro. La sua drammaticità è immediata e "popolare", da Libro Cuore, ma non per questo inferiore a quella degli pseudo-raffinati drammi intellettuali di un certo cinema indipendente. Usa, questo è innegabile, tutti i topos classici del cinema sentimentale, ma lo fa in maniera impeccabile e il risultato è una perfetta bomba a orologeria che trova nel finale la sua deflagrazione più emozionante e sincera. Non vergogniamoci di piangere, non stavolta.