Quando c'era Berlinguer, la recensione
Quando c'era Berlinguer propone molta poesia da poco, ma anche un racconto sentimentale di un'epoca della politica inimmaginabile per chi non l'ha vissuta...
Da un documentario realizzato da Walter Veltroni su Enrico Berlinguer c'è da aspettarsi il massimo del veltronismo, cioè della ricerca del poetico e del languido senza un'eccessiva sofisticazione, ed è ciò che superficialmente Quando c'era Berlinguer presenta.
Innanzitutto perchè parte da un concetto oggi fondamentale: il rapporto con l'opinione pubblica. Iniziando con l'adunata mostruosa dei funerali, passando per le lacrime di molti (sincere e mai forzate) Veltroni mette subito in chiaro che Berlinguer era una star della politica, sebbene non ne avesse di certo l'atteggiamento. Era un politico amatissimo, seguito, considerato e stimato, l'esatto contrario di quello che accade oggi, e lo era in un'era in cui non si poteva dire lo stesso dei suoi colleghi.
Da qui parte una ricostruzione non certo analitica o esaustiva della sua carriera ma selettiva, che procede per le parti più eclatanti, i gesti più clamorosi e le decisioni più affascinanti, quelle che si presuppone costituissero una buona parte del successo. Il leader comunista che fece arrivare il partito a vette di risultati elettorali mai viste nè prima nè dopo, che ruppe con l'unione sovietica (e lo fece a Mosca) che non temeva di contraddire molti degli assunti tradizionalmente associati al comunismo riuscendo a non perdere ma anzi guadagnare voti, è la ragione per cui Veltroni e (lascia intuire) una buona parte della sua generazione si è appassionata alla politica e ad un partito.
Anche nelle testimonianze odierne raccolte dall'autore stesso, un ventaglio di nomi della politica di oggi e ieri non banale nè semplice da raggiungere, si scorge la doppia intenzione di Veltroni. Da un lato rendere l'amore per la figura (lo fanno intervistati come il capo della scorta o alcuni aderenti al partito che si commuovono parlando) dall'altro il rapporto con l'oggi e la generazione di Veltroni, tirata fuori da più d'un politico di quegli anni.