Il secondo capitolo della saga "collaterale" a Cars, Planes 2: Missione Antincendio, tenta un salto di qualità, perfettamente riuscito...
Quando si parlò di Planes, furono in molti a storcere il naso, pensando che fosse una mera trovata per riscaldare una minestra già sperimentata con la saga di
Cars. Il dubbio, per carità, era legittimissimo, e fu suffragato da un primo, fiacco capitolo che, a esser sinceri, non sembrava possedere una linfa vitale all'altezza di quella dimostrata dai colleghi a quattro ruote.
È quindi con una certa sorpresa che ci si confronta con un film come Planes 2 che, seppur non distaccandosi dall'evidente target infantile cui era destinato il precedente episodio, arricchisce lo script con un messaggio che si eleva di parecchie spanne sopra al trito e ritrito bisogno di rivalsa.
Ritroviamo infatti
Dusty, ex aereo agricolo affacciatosi con successo al mondo delle competizioni, ormai campione affermato che colleziona premi su premi. Tuttavia, un incidente sembra metter fine alla carriera agonistica del nostro eroe, costringendolo a una scelta "di ripiego". È senza troppa convinzione, infatti, che Dusty decide di convertirsi in velivolo antincendio, intraprendendo una carriera ricca di incognite, che lo porterà faccia a faccia con la morte.
Ciò che rende Planes 2 indubbiamente più interessante del suo predecessore è proprio la tematica della "seconda chance", abbinata a uno svolgimento filmico che suscita riflessioni non esclusivamente destinate al pubblico infantile: non sempre la vita va come desideriamo, e non sempre è possibile seguire la propria vocazione fino alla fine. La reazione di Dusty all'ostacolo che il fato gli pone davanti rappresenta il salto di qualità decisivo per il film, l'evoluzione in grado di rendere accattivante e credibile il volo compiuto dalla sceneggiatura, fino alla sua più che lieta conclusione.
Non mancano nemmeno sequenze registicamente pregevoli, legate agli splendidi scenari montuosi solcati da Dusty e dai suoi nuovi colleghi della squadra antincendio; sequenze che conferiscono - complice un impeccabile uso del 3D - un respiro più ampio a un film che, anche a causa di un trailer non certo brillante, faceva temere la piatta replica di una formula già di per sé arrugginita. Nulla fa più piacere di questo errore di valutazione, e della conseguente consapevolezza di trovarsi di fronte a un prodotto valido e profondo, in grado di insegnare molto ai piccoli e, perché no, confortare parecchi adulti in cerca di una seconda chance.