Piovono Polpette 2, la recensione
Il sequel del cartone più originale degli ultimi anni non è così originale. Pur risentendo molto del capitolo precedente (alcune gag vengono direttamente da lì), intraprende una strada più convenzionale..
Che già il primo Piovono polpette si distanziasse dal libro che ne ispirava la storia è stata una benedizione, ci ha mostrato un umorismo diverso da quello solitamente sfruttato dall'animazione e una storia dall'andamento imprevedibile. Questo film aderisce ancora meno al secondo libro di Judi e Ron Barnett, ma non ha esattamente tutti i pregi del primo.
Piovono polpette 2 è una storia in stile Il mondo perduto, in cui i protagonisti tornano sull'isola da cui tutto è iniziato per recuperare il macchinario inventato da Flint, ma trovano una giungla fatta di alimenti che hanno preso vita e si comportano come animali (la suddivisione è semplice: quelli sani sono animali innocui, quelli grassi sono feroci).
C'è molta meno centralità degli altri personaggi e molto più Flint e la sua trama (è diviso tra l'affetto dei cari e la venerazione per il suo mito, un guru tecnologico simil-Steve Jobs), l'impressione è che a fronte di molte gag prese di peso dal primo film (quindi divertenti nella maniera originale che gli riconosciamo), il resto non riesca ad avere quella fantastica deriva immaginifica che permetteva alla grande invenzione degli alimenti giganti di essere declinata in maniere impressionanti.
In maniere strane e mai dirette Piovono polpette mostrava l'esagerata affezione americana per il cibo, il peso di quel tipo di cultura e diseducazione alimentare attraverso una revisione dell'immagine degli alimenti, succosi e invitanti, ma pericolosissimi e soprattutto immensi.
Il cambio di registi si è quindi tradotto in una perdita di potenza visiva e di originalità. Sebbene Phil Lord e Chris Miller siano rimasti come consulenti è evidente come in Piovono polpette 2 ci sia più satira efficace nella maniera in cui viene dipinta la società tecnologica in cui Flint va a lavorare (un po' Apple, un po' lo stereotipo delle .com di San Francisco) che rispetto dello spirito del primo film.