Pazze di me, la recensione
Da un soggetto pieno di spunti e possibilità, un film che sembra farne l'uso peggiore puntando verso il banale con una sciatteria deludente..
Per almeno i primi 4-5 film da regista Fausto Brizzi era riuscito a far totalmente dimenticare la sua precedente carriera, quella di sceneggiatore dei cinepanettoni. Ci era riuscito andando a battere un terreno leggermente più fresco, cercando una sofisticazione maggiore nella messa in scena (costumi, scenografie, scenari e costruzione narrativa) e mettendo in piedi delle macchine da incassi di fenomenale presa. Film che diventavano fumetti, che usavano canzoni di cui costituivano il videoclip e che si riciclavano in moltissimi modi diversi, oltre a incassare moltissimo al botteghino con uscite nel giorno di S. Valentino.
Sebbene ancora in grado di partorire ottimi soggetti (l'idea di un uomo che vive con 6 donne infernali che gli impediscono di trovarne una per la vita è un gioiello di spunti creativi e commerciabilità), non si vede più nè il Brizzi abile confezionatore, nè il regista dai tempi asciutti, nè infine l'occhio particolare che dava ad ogni film un impianto estetico personale e riconoscibile, ovvero l'estetica da fumetto disneyano che avevano i suoi ambienti.
Non che Brizzi sia mai stato un genio della regia ma il percorso sul quale pareva instradato sta deviando e da ottimo autore di successi commerciali che erano anche film girati con gusto e abilità sta diventando regista di commedie senz'arte nè parte come tanti, privo di personalità, populista negli esiti e molto conservatore nei presupposti (in questo film ognuna delle 6 donne è in crisi perchè non trova un uomo che risolva, e il problema è sempre in loro).
Invece la patina più terra terra di Pazze di me rende solo tutto quanto senza senso e fastidioso.