ParaNorman, la recensione [2]
Scritto con una volontà di ferro, animato con indefessa abilità e girato con audacia. L'animazione si conferma il campo di gioco cinematografico migliore degli ultimi anni...
ParaNorman è cinema per ragazzi della miglior specie.
Perchè ParaNorman, nonostante vanti una fattura d'eccezione, non somiglia per niente ad un cartone animato, nemmeno ad uno in stop-motion. Non ne ha i topoi, la scansione narrativa o la struttura. Come già Fantastic Mr. Fox prima di lui (e ancora prima Rango, che un giorno ricorderemo come un vero precursore), si inserisce nel solco di una serie di lungometraggi animati che stanno operando quel passo che, fisiologicamente, nè la Pixar, la Dreamworks o qualsiasi altro studio d'animazione potevano fare: trasformare l'animazione in una tecnica e non un genere e realizzare attraverso essa film la cui sceneggiatura poteva benissimo essere realizzata in live action.
La famiglia nemmeno lo capisce, tranne uno zio matto e barbone da tutti schifato. Anche lui vede i fantasmi e per anni ha difeso la cittadina in cui vivono da una vecchia strega che proprio lì fu bruciata viva e che ogni anno tenta di tornare. Lo zio muore e ora tocca a Norman.
L'avventura è chiara, i villain anche (la varia e orrenda umanità del villaggio armata di forconi e torce), i compagni, come in ogni film per ragazzi che si rispetti, sono amici, nemici e qualcuno di un po' più grande (geniale la risoluzione del romance tra la sorella di Norman e l'atleta) e l'orrore è vero. ParaNorman, sempre rimando cinema per ragazzi, non intende cedere sul piano della paura e si regala alcune sequenze o tormenti degni del genere.
Come in Selick il mondo dei normali è orrendo e aberrante mentre quello dei mostri si rivela divertente ragionevole e pieno di empatia. Ma, più avanti ancora di Selick, Butler si dimostra audace anche nel cercare di fondere diverse mitologie dell'orrore. Partendo dai classici zombie da B movie (inquadrature sghembe e colori psichedelici da Bava) lentamente slitta verso le bambine possedute dei j-horror (stilizzazione e forza spaventosa dell'immagine) mentre condisce tutto con un immaginario iconico anni '50.
Ma siccome è un vero horror comico, si ride moltissimo in ParaNorman e ogni risata svela una contraddizione, mette in ridicolo una figura di potere o aiuta a sovvertire l'ordine naturale delle cose (al cinema) per riportarlo più vicino all'ordine naturale delle cose (nella vita).