I Mercenari 2, la recensione [1]

Realizzato più in post-produzione che sul set e misurato per non scontentare nessuna prima donna, il sequel Mercenari amplifica tutti i difetti del primo senza averne i pregi...

Critico e giornalista cinematografico


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Leggi la seconda recensione, di Andrea d'Addio

Prendete tutti i difetti di I mercenari e amplificateli. Prendetene poi tutti i pregi e riduceteli. Il secondo capitolo della "saga del ritorno" di Stallone, da lui non più diretto ma solo scritto, è un film in cui i protagonisti ti invitano a compiacerti con loro di se stessi. Ma non fanno nulla per meritarlo.

Con un abuso anche maggiore della computer grafica rispetto al primo film e un movimento anche minore degli attori, un'autoesaltazione a metà tra la gara di rutti e la serata "in onore di", I Mercenari 2 è un pessimo film d'azione in primis e una cattiva rivisitazione degli eroi del periodo anni '80 poi. Eppure era lecito aspettarsi di più.

Il film precedente aveva imposto uno standard imprevedibile, portando a termine una missione che pareva impossibile. Non solo un film pieno di quelle che una volta erano star ma soprattutto un film che riportasse in auge la stella tramontata di Stallone appoggiandosi a un'idea fuori dal tempo e per questo antiretorica.

Di quella autentica sincerità stalloniana, di quel diretto sentimentalismo malinconico che pervade i suoi film però qui non c'è traccia. Affogato in molti personaggi invece che concentrato sul suo, infarcito di one-line non tutte riuscite e non tutte appropriate I mercenari 2 è come una tanica di Powerade: energizzante in teoria, dolciastro di sottofondo e inutile nella pratica.

Si può questionare sull'atteggiamento ridicolo di Schwarzenegger (per lui sembrano aver scritto solo battute autoreferenziali e in questi anni di lontananza dal set ha dimenticato quell'unica espressione che conosceva) o sulla metatestualità da internet culture di ogni apparizione di Chuck Norris ma quel che dovrebbe essere considerato obiettivamente inaccettabile, in un film d'azione che si definisce tradizionale, è l'assenza di piani lunghi, di corpi inquadrati nella loro totalità, di gesti e di dinamismo.

Se si fa eccezione per due calci due, di numero, assestati da Van Damme (che abbiamo già visto nel trailer), due padellate di Jet Li e per qualche mossetta di Scott Adkins (ma come si fa ad avere uno così e sprecarlo in quella maniera??) di azione non ce n'è molta. Quello che trionfa in I mercenari 2 semmai è la crudezza del sangue digitale e la continua sparatoria scriteriata che disperde nel mare di pallottole anche quel gigante del caratterismo che è Bruce Willis, il montaggio rapido ma senza criterio. Insomma la post-produzione.

Quant'è peggio la cattiva gestione della coralità fa sì che dietro ogni cazzotto si riesca a sentire ancora l'eco delle trattative tra agenti, dietro ogni primo piano la segretaria di edizione che conta il numero di pose contrattate con l'attore. Un film fatto con il misurino anche più del precedente che ha poco senso nel suo svolgersi (ma quello non è mai stato un problema) e quasi nessuno nel suo accadere. Anche le singole sequenze, i singoli momenti appaiono come fasulli e posticci.

E' facile dare la colpa a Simon West (certe microcitazioni in colonna sonora sono da ritiro del patentino di regista) ma in realtà è responsabilità di Stallone. Gli altri non hanno l'idea di cinema che ha lui, quell'immediata malinconia che si porta appresso, non hanno dimostrato in passato saper pensare un cinema verace e antiretorico. Quella doveva essere la cifra del film e del progetto Mercenari ma non riesce mai ad esserlo. Ed era compito suo.

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