Happy Feet 2 - la recensione

Dotato dei medesimi difetti di noia e sceneggiatura scricchiolante del primo film, questo sequel non si salva in nessun modo...

Critico e giornalista cinematografico


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Da Mad Max ad Happy Feet, dagli sconfinati deserti postatomici alle sconfinate distese di ghiaccio in procinto di sciogliersi del preapocalittico.

George Miller ha vissuto un decennio da regista di genere (Mad Max, Ai confini della realtà), uno da regista di film per famiglie (L'Olio di Lorenzo, Babe va in città) e uno da regista di film per bambini (Happy Feet, Happy Feet 2), con una parabola qualitativa discendente che va di pari passo a quella ascendente degli incassi.

Già il primo film con pinguini danzerini era stato uno dei cartoon più noiosi della sua annata, ora questo seguito torna a ribadire la noia in sala giustificata da una morale di ferro (ecologia, sensibilizzazione infantile) e da un senso generale di cuteness verso i piccoli pinguini batuffolosi che dovrebbe sanare tutto.

In realtà è tutta una copertura per una storia che scricchiola e personaggi lontanissimi dall'aggettivo "interessante". Certo, i cartoon esplicitamente e unicamente diretti a un pubblico infantile raramente hanno storie originali, e la cosa non è mai stata un problema poichè nei migliori exploit sono i personaggi, le interazioni che stabiliscono tra loro e soprattutto il senso del ritmo interno al film a fare la differenza, ma questo è proprio quello che manca in Happy Feet 2.

Rimesso in carreggiata di tanto in tanto da qualche battuta di Robin Williams (qui doppiato da Massimo Lopez per il pinguino spagnolo e da Pierfrancesco Favino per quello stralunato) e ammazzato da estenuanti riferimenti ecologici e un insensato 3D, questo film animato sembra non essere nulla pur volendo essere tutto.

Con due krill a fare la parte dello Scrat   dell'  Era Glaciale (l'intermezzo slapstick tra le avventure principali) e qualche pixarismo mai veramente curato (il senso di abbandono e separazione di un personaggio molto piccolo di fronte al molto grande) Happy Feet 2 si propone come il gregario d'eccellenza, che guarda ai modelli più alti senza raggiungerli, che non riesce mai a intrattenere davvero ma che lo stesso tenta disperatamente di farsi vedere. E in tutto questo affanno dimentica anche quale dovrebbe essere il cuore del film (pinguini che ballano), recuperando tutto in extremis all'ultimo minuto.

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