Goool!, la recensione

L'animazione argentina dimostra standard internazionali ma non il coraggio delle produzioni migliori americane. Ha dei grandi punti di forza ma non ci punta con sufficiente convinzione

Critico e giornalista cinematografico


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La dimostrazione del mutamento di classe dell'animazione sta tutto nel numero e nella qualità di registi che vi si misurano.

Un cineasta come Juan Josè Campanella (premio Oscar per Il segreto dei suoi occhi) qualche decennio fa non avrebbe mai osato pensare un lungometraggio animato, invece ora per mutate tecniche, mutato genere e statuto sa di poter trovare anche in quel tipo di produzione un campo in cui raccontare storie che gli siano vicine. Amante della sperimentazione in generi diversi qui sceglie di parlare ad un pubblico di bambini ma lo fa con la consueta furbizia e intelligenza che sono marchio di fabbrica ormai preteso dall'animazione moderna.

Goool! racconta di un gruppo di persone e delle loro vite intorno al calcio professionistico e quello balilla. Intorno a loro si muovono poi anche i personaggi del calcetto balilla in questione, cioè i pupazzi fissati all'asta d'acciaio che gli eventi del film portano ad una liberazione. Ovviamente a loro spetta la parte d'alleggerimento di tutta la storia mentre agli umani l'intreccio che porta avanti la trama.

Senza riuscire ad arrivare agli standard migliori (quelli nei quali l'alleggerimento sfuma nella trama fino a che non è più riconoscibile e in cui la trama stessa è talmente raffinata da riuscire a coinvolgere realmente senza andare in deroga ai suoi dettami di semplicità) Goool! si arrende ad uno svolgimento abbastanza sciocco per puntare tutto sul lato della commedia.

In questo senso centra in pieno i caratteri e le idee legate al mondo dei piccoli personaggi di calcetto balilla, una specie di caricatura dei tic dei calciatori e una versione peculiare degli "aiutanti segreti" (lo stesso ruolo dei 7 nani o del topolino di Dumbo, per dire). Il film arranca quando loro non sono in scena e si gonfia di trovate quando compaiono, anche le trame interne al gruppetto di pupazzi animati alla fine sembrano più interessanti di quella principale. Si potrebbe dire che con un po' più d'esperienza nel settore e un po' più di coraggio poteva avere un senso puntare unicamente su di loro e girare un film che facesse a meno degli umani.

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