Goool!, la recensione
L'animazione argentina dimostra standard internazionali ma non il coraggio delle produzioni migliori americane. Ha dei grandi punti di forza ma non ci punta con sufficiente convinzione
La dimostrazione del mutamento di classe dell'animazione sta tutto nel numero e nella qualità di registi che vi si misurano.
Goool! racconta di un gruppo di persone e delle loro vite intorno al calcio professionistico e quello balilla. Intorno a loro si muovono poi anche i personaggi del calcetto balilla in questione, cioè i pupazzi fissati all'asta d'acciaio che gli eventi del film portano ad una liberazione. Ovviamente a loro spetta la parte d'alleggerimento di tutta la storia mentre agli umani l'intreccio che porta avanti la trama.
In questo senso centra in pieno i caratteri e le idee legate al mondo dei piccoli personaggi di calcetto balilla, una specie di caricatura dei tic dei calciatori e una versione peculiare degli "aiutanti segreti" (lo stesso ruolo dei 7 nani o del topolino di Dumbo, per dire). Il film arranca quando loro non sono in scena e si gonfia di trovate quando compaiono, anche le trame interne al gruppetto di pupazzi animati alla fine sembrano più interessanti di quella principale. Si potrebbe dire che con un po' più d'esperienza nel settore e un po' più di coraggio poteva avere un senso puntare unicamente su di loro e girare un film che facesse a meno degli umani.