[Courmayeur 2012] Juan of the Dead, la recensione
Il primo film cubano sugli zombie gode di un credito di simpatia immediato, che potrebbe essere stemperato dalla palese scopiazzatura dell'idea di fondo...
Il primo film cubano sugli zombie gode di un credito di simpatia immediato, che potrebbe essere stemperato dalla palese scopiazzatura non solo del titolo di Shaun of the dead ma anche dell'idea di fondo (un'apocalisse zombie non cambierà molto, la nostra vita è già da morti viventi e non ce ne accorgiamo). Tuttavia la palese cialtroneria della realizzazione tecnica (alcuni effetti speciali sono a livello del cinema nigeriano) unita all'innegabile dedizione alla causa (moltissimi i totali della città evidentemente girati con nessuno in giro e nulla di tirato al risparmio) rendono Juan of the dead impossibile da non amare, o almeno volergli molto bene.
Se nel film di Edgar Wright l'arrivo degli zombie a Londra era un modo per raccontare dei due amici protagonisti, qui è un modo per raccontare della vita sbandata a Cuba, tanto che il film inizia con una dichiarazione di pigrizia da parte di due protagonisti che non vogliono lavorare perchè tanto la roba da mangiare la prendono dagli alberi, cioè da dove viene, sarà poi l'apocalisse a fargli mettere in piedi un'attività commerciale: "Facciamo fuori i vostri cari".
Anche l'umorismo oscilla tra il prevedibile e il molto originale e sebbene le idee non siano profuse con costanza lungo tutto il film, lo stesso il ritmo non molla. C'è poco da stare a questionare: Juan of the dead è un film prendere o lasciare, se non siete pronti ad accettare un lungometraggio comico d'orrore a budget limitato proveniente da Cuba è inutile tentare di convincervi con altre tipologie di argomenti.