Code Name: Geronimo, la recensione

La storia della cattura e uccisione di Osama Bin Laden, trasfigurata dalla propaganda e da una visione della guerra mutuata dai peggiori videogiochi di guerra...

Critico e giornalista cinematografico


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Geronimo è il nome in codice che la CIA aveva dato all'operazione di stanamento e uccisione di Osama Bin Laden, portata a termine con successo il 2 Maggio del 2011. Già il Febbraio seguente erano in atto le riprese del film tv in questione che ripercorre i giorni precedenti all'inizio dell'operazione seguendo un doppio filo. Da una parte la CIA, gli studi operativi, i piani, le ipotesi e le autorizzazioni; dall'altra l'allenamento, l'addestramento, la vita difficile e l'operazione sul campo portata a termine da una squadra speciale: il Seal Team Six. Testa e braccio.

Ma Code name: Geronimo è anche il primo tentativo di messa in prospettiva dell'evento. Nell'atto stesso di raccontare le fasi della cattura è compresa una visione della storia e questa visione, nello specifico, non fa nulla per nascondere i suoi intenti propagandistici, rivolta com'è ad un pubblico che non disdegna di individuare in un uomo solo la responsabilità degli attacchi subiti e delle perdite conseguenti.
Eppure, più interessante ancora dell'idea di mettere in scena la storia per dominarla, in un certo senso riscriverne i dettagli (fondamentali) e canonizzare una pseudo versione ufficiale dei fatti, c'è la maniera in cui è stato fatto.

Code name: Geronimo rifiuta la tipica messa in scena del cinema di guerra più autoriale e invece si avvicina a quello più gretto e propagandistico in stileAct of valor, unendo cioè ricostruzione precisa di mezzi, armi, divise, gradi, ordini, procedure e gerarchie (con un atteggiamento ai limiti del pornografico per tutto quel che è l'ordine interno) ad una messa in scena da videogame di guerra, cioè da first person shooter. Non si tratta unicamente della caratteristica soggettiva in cui si vede la punta del fucile (che pure c'è) ma anche di una serie di accorgimenti (grafiche, sovrimpressioni e modo di dipingere lo svolgimento di una missione) che quasi sovrappongono Code name: Geronimo non tanto ai giochi di guerra migliori, quanto ai peggiori, quelli di propaganda, quelli che sono strumenti di reclutamento mascherati da operazioni commerciali e che mettono in scena (anch'essi) la retorica americana e la demonizzazione del nemico.

Cinema e videogame (in questo caso) contribuiscono a creare la medesima visione della guerra, una visione che sta a metà tra la propaganda e l'edulcoramento delle sue asperità. Se nella videoludica infatti le morti si accumulano come punteggi, spesso avvengono da lontano o in fretta e senza dargli troppo peso, al cinema invece (nei film migliori) queste pesano come macigni e hanno una portata tragica che non si esaurisce in scene rapide ma si trascina e influenza la storia.

Non è così in Code name: Geronimo, dove la guerra è uno scenario dominato dai protagonisti, in cui l'obiettivo è uno solo e concreto ed esiste una sola strada per raggiungerlo.

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