[Cannes 66] Heli, la recensione

Il primo film del concorso è del messicano Escalante, storia di violenza e vendetta con pochissima verve o anche solo idee...

Critico e giornalista cinematografico


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Ragazzi messicani che vivono sperando in un domani migliore. Ma questo non arriverà mai ed Heli sta qui a ricordarcelo.

Il film del messicano Amat Escalante mette in piedi un racconto intorno al Heli del titolo, uno dei ragazzi in questione, quello che alla spirale di violenza subita avrà il coraggio e la possibilità di reagire, e lo fa con una pochezza di argomentazioni e cose da dire che è rara. Aspira a molto ma senza avere una sostanza per supportare le proprie volontà.

Tutto è diviso in 3 parti. La prima in cui vengono introdotti i personaggi e le loro relazioni, ragazzi dalla vita desertica, presi in legami semplicissimi e non esenti da una certa tenerezza di fondo.

La seconda è quella dei maltrattamenti, causati da un raid della polizia a casa di uno di questi (in un momento in cui ci sono la sorella e il suo ragazzo), perché il padre ha una partita di coca che non dovrebbe possedere. L’uomo è ucciso all’istante i tre sono separati e portati via per torture varie. La terza è quella dell’elaborazione da parte di Heli di quanto accaduto e del ritorno di fiamma di violenza.

Tutto aviene nella realtà più desolante che si possa immaginare.

Il motivo per il quale però Heli è un grosso pallone al cui interno non c’è nulla, gonfio di pretese e silenzi, di paesaggi e volti, è che a tutto questo non è mai collegato uno sguardo cinematografico degno di questo nome. Vediamo accadere molte cose ma senza che Escalante sappia guardarle con la pietà oppure l’odio, con l’indifferenza oppure il coinvolgimento che servirebbero a fare il passo da un tema banalmente da festival, ad un film che abbia qualcosa da dire.

Con la sua sospensione di giudizio, l’alibi di voler solo mostrare personaggi e lasciare che interagiscano, Escalante dimentica anche di porre uno sguardo su tutto questo, che non significa giudicare ma saper mostrare eventi, cose, persone e luoghi in una maniera che dia un significato al tutto o che sia anche solo in grado di stimolare un pensiero nello spettatore, in virtù di immagini o momenti a cui non si può rimanere indifferenti.

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