Biancaneve - la recensione
Visto come il film che è, ovvero una fiaba per famiglie colorata e scanzonata, Biancaneve di Tarsem funziona. E merita anche solo per gli incredibili costumi...
Come i nostri lettori sicuramente sapranno sono più d'uno i progetti legati alla fiaba di Biancaneve in cantiere a Hollywood: nel 2012 saranno due i film basati su di essa ad arrivare sul grande schermo, e c'è almeno un'altro titolo in sviluppo ispirato all'immortale fiaba con protagonista la principessa dai capelli d'ebano.
Nel caso di Biancaneve, i primi trailer avevano fatto pensare al peggio: il film è stato presentato come una commedia (fin troppo) leggera ispirata alla storia originale, posizionando da subito le aspettative al minimo. In realtà, preso per quello che è, ovvero un film per famiglie che racconta in maniera allegra e scanzonata una fiaba, Biancaneve funziona e anche bene. L'estro immaginifico che Tarsem non manca di sfogare in ogni suo film si sposava già bene in The Fall, e qui calza a pennello: da questo punto di vista, il mondo fiabesco ideato dal regista assieme al suo reparto artistico sembra il luogo ideale nel quale ambientare una sceneggiatura più simile a quella di certi lungometraggi animati che a un film con attori dal vivo. Non è un caso, dopotutto, che a comporre la colonna sonora sia stato chiamato Alan Menken, celebrato autore delle musiche di alcuni dei più amati cartoon Disney. I protagonisti, poi, sono bidimensionali proprio come disegni animati o certe fiabe illustrate che ci leggevano da piccoli (in questo senso è interessante il gioco tra i protagonisti in porcellana CGI e le scenografie 2D del prologo animato): la regina cattiva che tassa il popolo per pagare le sue feste e cerca un marito ricco e potente, la principessa sfortunata e umiliata che vuole riconquistare il suo regno, il bel principe raggirato che troverà il vero amore, il servo della regina che tuttavia nasconde un cuore d'oro, le ancelle, i paggi, e così via. Il tutto attraversato da una morale un po' didascalica e non proprio originale (il classico "credi in te stesso") ma fortunatamente ravvivato da dialoghi brillanti (che non stonano se diluiti in un'ora e mezza di film), siparietti comici (che coinvolgono prevalentemente la crudele ma in fondo simpatica regina cattiva) e qualche strizzatina d'occhio al pubblico adulto (anche qui, in particolare grazie alle frecciate della regina cattiva verso il principe, bello ma talvolta anche un po' tonto).