[Berlino 2014] Two men in town, la recensione

Un remake che avrebbe tutte le carte per diventare un gran western e invece cerca atmosfere fuori luogo annoiando solo lo spettatore...

Critico e giornalista cinematografico


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A Forest Whitaker gli si farebbe interpretare ogni personaggio, ma lui sembra scegliere sempre i meno coinvolgenti.

In questo incrocio di polizia e criminalità al confine con il Messico, che il regista francese Rachid Bouchareb gira in America, sembra che nemmeno Whitaker e Harvey Keitel possano fare il miracolo. Nemmeno aiutati da uno dei pù grandi e sottovalutati caratteristi criminal-polizieschi della storia di Hollywood: Luis Guzman.

La storia sembra fatta apposta per un western (vista anche l'ambientazione desolata e desertica) ma non siamo da quelle parti: un criminale recidivo esce di galera dopo 18 anni, convinto di voler cambiare vita, ha incontrato la religione musulmana e vuole essere un altro, ad aiutarlo c'è una valorosa agente addetta al controllo di chi è fuori in libertà vigilata mentre a contrastarlo è lo sceriffo che ancora ce l'ha con lui per aver ucciso il suo vice e il vecchio socio di crimine che rivuole il vecchio leone con sè.

E' facile riconoscere Due contro la città, il film del 1978 con Jean Gabin e Alain Deloin (di cui infatti questo è il remake) ma molto è cambiato. Perchè in quel film c'era un forte odio per la polizia e una sfiducia nelle giustizia che alla fine convinceva anche l'indefesso e integerrimo agente buono, mentre qui Bouchareb sembra non voler fare torto alle forze dell'ordine e preferisce bilanciare i maltrattamenti psicologici subiti dal protagonista, dando più spazio al vecchio socio criminale.

Ne poteva comunque uscire un interessante triangolo, in cui due persone sembrano battersi contro tutti (quelli che dovrebbero stare dalla parte della giustizia e quelli che sono dalla parte della criminalità), una storia di forte amicizia e incrollabili valori. Ma non è così. Viene cambiato anche il sesso del poliziotto che aiuta il protagonista, annullando qualsiasi sincera amicizia virile per un più labile rapporto d'aiuto e confidenza delle pene d'amore.

Ma al di là di tutto è il tono leggero, che evita ogni durezza, nasconde ogni vera violenza e scioglie ogni tensione in atmosfere dilatate a rendere Two men in town un film inefficace e noioso.

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