Berlino 2013: Nobody's Daughter Haewon, la recensione
Uno dei più originali e spiazzanti film del concorso della Berlinale, Nobody's Daughter Haewon, viene da Hong Sang-Soo...
Come il titolo lascia intuire l'evento che apre il nuovo film di Hong Sang-Soo, la partenza della madre della protagonista per il Canada, dove intende andare a vivere, è la molla che senza farne apertamente menzione condiziona tutto il resto degli eventi. Un evento piccolo che, inserito nell'universo del cinemadi Hong Sang-Soo genera gli eventi che il regista vuole raccontare. La studentessa di cinema che non disdegna di rivelare tutto di sè le frequenti volte che beve troppo e che di continuo si addormenta e sogna, riprende, rimolla e corteggia uomini nuovi e del suo passato. Ma forse ha solo sognato ogni cosa.
L'importante è la girandola umana di incertezze, dubbi e difficoltà, affrontate con un umorismo mai insistito ma in grado di scoppiare come una granta quando è meno atteso. L'importante è lo stile di vita dei personaggi, kaurismakiani al netto della passione per gli anni '50, privi di troppe sovrastrutture morali, pronti a godere e poi a farsi domande.
Quella di Hong Sang-Soo è quasi una mortificazione della messa in scena, un tentativo di renderla innocua e al tempo stesso di trasformarla in arma di un altro dei suoi molti inganni, cioè che il film sia tutto reale, quando invece è in gran parte sogno.