Berlino 2013, An episode in the life of an iron picker: la recensione
Dopo film abbastanza scialbi e privi di personalità (sebbene in certi casi di gran successo) Danis Tanovic punta più alto e centra una storia e un'idea originali...
Abbandonate le caratteristiche scialbe di Triage e No man's land che ne avevano fatto prima la fortuna (con un oscar e l'ingresso nel salotto buono del cinema) Danis Tanovic approda a un altro tipo di cinema. An episode in the life of an iron picker ricalca il cinema autorialissimo ma lo fa con un'adesione e una mimesi stavolta degne di nota. Fa l'autore Tanovic, quello austero e dedito alla causa, ma lo fa bene, imitando benissimo tutti i luoghi comuni della figura e trovando anche un tema e una storia con più di un perchè.
Una famiglia oltre la soglia della povertà, che sopravvive vendendo il ferro delle macchine spaccate a peso, vede la madre subire un aborto spontaneo. Di conseguenza servirà un'operazione per la quale non ci sono i soldi e ovviamente nemmeno l'assicurazione medica. La clinica non ne vuole sapere di operare comunque, nonostante le richieste e la donna di giorno in giorno, di viaggio in viaggio, di tentativo in tentativo, di richiesta in richiesta si avvicina sempre più alla morte.