Comics vs. Movies - Death Note 2: The Last Name, di Shusuke Kaneko

Lo scontro tra Kira e L prosegue in Death Note 2: The Last Name, film diretto da Shusuke Kaneko

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Death Note 2 - The Last Name

Dopo soli quattro mesi dall'uscita nelle sale nipponiche di Death Note, il primo film live-action basato sull'omonimo manga di Tsugumi Oba e Takeshi Obata, il pubblico giapponese può godersi la sua diretta prosecuzione, Death Note 2: The Last Name.

I lungometraggi sono stati girati consecutivamente, perciò il cast e lo staff tecnico sono rimasti i medesimi, garantendo una qualità e uno stile omogenei tra i due prodotti.

Il successo al botteghino giapponese del film d'esordio è stato incredibile, ma un'inevitabile preoccupazione serpeggiava tra i fan: se Death Note aveva adattato soltanto i primi venti capitoli del manga, ne rimanevano circa novanta per completare la trasposizione completa della trama. Un'operazione simile appariva alquanto improbabile, ma il sequel riesce a sorprendere gli appassionati dell'opera originale approfittando di un tempismo ammirevole: se la prima metà era arrivata sul grande schermo dopo poche settimane dall'uscita dell'ultimo capitolo del fumetto, questa giunge dopo un paio di settimane dalla pubblicazione del tankobon conclusivo. Insomma, tutti i lettori hanno ormai terminato la lettura dell'opera originale e ora possono godersi l'intelligente operazione di sintesi che è stata portata al cinema.

Death Note 2: The Last Name è all'altezza della sua fonte d'ispirazione? Come di consueto, proviamo a dare una risposta nella nostra rubrica Comics vs. Movies!

Light Yagami

Se nel film precedente Light aveva monopolizzato l'attenzione dello spettatore, qui viene messo parzialmente in secondo piano, pur restando ovviamente una presenza costante sullo schermo.

Tatsuya Fujiwara fa comunque un buon lavoro, nonostante non riesca a differenziare a sufficienza il personaggio nella fase dell'amnesia quanto avviene nel manga; la sua interpretazione, però, spicca nel finale, dove Light dimostra tutta la sua ferocia.

Va detto che questo climax non raggiunge il livello del finale del fumetto, nel quale Kira sembra trasfigurarsi in un demone; c'è però da considerare che la versione live action del personaggio ha attraversato meno eventi, laddove nel manga il suo operato prosegue per oltre quattro anni.

Vincitore: Fumetto

vs comic

L

Se nel primo film il ruolo di L risultava un po' sacrificato, qui il detective ha tutto lo spazio necessario per sfoggiare il proprio carisma e snocciolare i suoi comportamenti bizzarri, così come le sue classiche posizioni inusuali. La sceneggiatura, inoltre, gli permette di recuperare quanto gli era stato negato nel capitolo precedente, riprendendo dal suo incontro con Light.

Nonostante la buona interpretazione di Kenichi Matsuyama, dal punto di vista estetico il personaggio non riesce a raggiungere la versione cartacea. Il destino di L è però sorprendente anche per chi ha letto il fumetto, con una modifica nel finale che prende alcuni degli elementi più riusciti dell'epilogo e ne trasmette a lui il merito.

Vincitore: Pareggio

vs pareggio

Misa Amane

Misa Amane

L'altro personaggio che ruba la scena a Light è Misa Amane, la cui esistenza era stata anticipata in due sequenze nel film precedente, ma è qui che gioca la parte del leone rivestendo il ruolo di secondo Kira.

L'entusiasta idol è un'altra figura sopra le righe che avrebbe facilmente potuto diventare una macchietta nella trasposizione live action, ma la recitazione di Erika Toda ha un perfetto equilibro che mescola intelligenza e genuinità senza far apparire stupido il personaggio, ma anzi conservandone la leggerezza.

Come per L, anche l'estetica di Misa Amane subisce una normalizzazione al fine di rendere credibile il personaggio in carne e ossa; difficilmente il grande pubblico avrebbe potuto empatizzare con una gothic lolita dagli abiti vistosi e la bionda capigliatura come appare nel manga; probabilmente sarebbe passata semplicemente per una cosplayer.

Il personaggio di Misa è quello che ha subito meno tagli rispetto al fumetto, conservandone il fascino, anche grazie all'efficacia della sua interprete.

Vincitore: Pareggio

vs pareggio

I personaggi secondari

Se i comprimari presentati nella prima parte continuano a fare un buon lavoro, non si può dire lo stesso dei nuovi ingressi nel cast, che a livello di recitazione non sono all'altezza delle parti più o meno ampie che sono chiamati a interpretare.

In una delle prime scene, Sayu, sorella minore di Light, è al centro dell'azione e le sue espressioni appaiono decisamente forzate; lo stesso può dirsi per la giornalista Kiyomi Takada, senza dubbio più banale rispetto all'algido personaggio del manga.

Sono invece piacevolmente simili al fumetto il direttore del telegiornale e lo shinigami Rem (diventato però inspiegabilmente un maschio), ma non sono sufficienti a salvare un casting apparentemente meno interessato alle figure secondarie rispetto a quello del primo capitolo.

Vincitore: Fumetto

vs comic


La trama

L'operazione più complessa era senza dubbio quella di riassumere tre quarti della trama nello stesso lasso di tempo che aveva impiegato il primo film ad adattare una ventina di episodi. Contro ogni pronostico, l'operazione riesce ed è probabilmente il più grande merito di questo secondo film: vengono eliminati gli archi narrativi legati a Yotsuba Corporation e ai due orfani Near e Mello, abilmente sostituiti spostando alcune tessere del mosaico.

A parte un paio di situazioni forzate, il risultato finale è scorrevole e comprensibile anche a chi non conosce la trama originale, mentre gli appassionati possono divertirsi a osservare come sono stati rielaborati gli elementi fondamentali della vicenda per rientrare nelle due ore di durata.

Vincitore: Film

vs movie

La realizzazione tecnica

Il comparto tecnico continua a essere la nota dolente del progetto: nella maggior parte delle scene, la regia sembra quella di un prodotto televisivo, per nulla aiutata da una fotografia piatta che non esalta nemmeno i frangenti più inquietanti.

Gli effetti speciali ripropongono shinigami in scarsa computer grafica, ai quali si aggiungono morti da cui sgorgano litri di sangue che sembra il succo di pomodoro dei peggiori film della Troma. Non ci siamo per nulla, soprattutto considerando l'eccellente resa estetica del manga.

Vincitore: Fumetto

vs comic

Tiriamo le somme

Death Note 2: The Last Name si conferma un buon sequel che offre una versione per certi versi semplificata del thriller a fumetti di Oba e Obata.

I due film live action diretti da Shusuke Kaneto restano ad oggi la versione più riuscita per chiunque volesse scoprire le avventure di Kira e L con circa quattro ore a disposizione, ma per chi volesse scoprire un'opera con più sfaccettature, il manga resta la scelta migliore.

VINCITORE FINALE: FUMETTO

vs comic

Death Note 2 - The Last Name

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