Chrono Tintin #25: Tintin e il lago degli squali
Tintin e il lago degli squali, del 1972, riprende molti elementi e personaggi della serie a fumetti di Hergé
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
È il 1972 quando esce nelle sale d'Oltralpe l'ultimo lungometraggio di Tintin animato in tecnica tradizionale; dopo di esso, per rivedere sul grande schermo i personaggi creati da Hergé sarà necessario attendere quasi quarant'anni, con il film in motion capture diretto da Steven Spielberg.
Per la vicenda, lo sceneggiatore Greg - già collaboratore di Hergé sulla serie a fumetti - si ispira a una serie di notizie di cronaca: a causa della costruzione di alcune dighe, infatti, interi villaggi sono stati interamente sommersi senza riportare alcun danno (con tanto di cartelli stradali), per cui si potevano ancora vedere sotto decine di metri d'acqua. Questo spunto richiama in realtà Il Manitoba non risponde, primo episodio di Le avventure di Jo, Zette e Jocko, altra serie a fumetti ideata dal creatore di Tintin; anche in quella storia i protagonisti si ritrovavano a intraprendere un viaggio subacqueo, diretti vero una base segreta nella quale uno scienziato pazzo svolge i suoi esperimenti.
Tintin decide di recarsi nella base segreta del malvivente, situata sul fondo del lago, utilizzando il sottomarino a forma di squalo già visto ne Il tesoro di Rackham il rosso. Una volta arrivato nel suo nascondiglio, il reporter belga scopre la sua vera identità: è Rastapopoulos, già affrontato ne I sigari del faraone, Il loto blu, Coke in stock e Volo 714 destinazione Sidney. Il ragazzo viene fatto prigioniero, ma i suoi compagni giungono in soccorso avvertendo un battello della polizia della presenza di un'intera grotta piena di opere d'arte rubate.
Tintin e il lago degli squali giova senza dubbio della sua natura di storia inedita, non mutuata da un albo a fumetti: il regista Raymond Leblanc può sbizzarrirsi con sequenze dinamiche come il rocambolesco volo all'inizio del film e le divertenti sequenze slapstick dei Dupondt. Anche la vicenda ad ampio respiro è in qualche modo più adatta a una pellicola cinematografica, forse perché libera dalla suddivisione interna delle avventure pubblicate a puntate.
Nonostante questo, la struttura e le atmosfere sono le stesse che si possono trovare negli albi di Hergé (non a caso sarebbe uscito un volume "apocrifo" realizzato con i fotogrammi del film trasformati in vignette). Il merito di questo traguardo va sicuramente imputato alla furbizia con cui sono stati ripresi elementi e personaggi caratteristici della serie e sfruttati in modo efficace per dare vita a una trama originale; oltre agli esempi sopracitati, segnaliamo una fugace apparizione all'aeroporto del miliardario Laszlo Carreidas e un'apparizione ben più sostanziosa del soprano Bianca Castafiore insieme al suo pianista Igor Wagner.
CHRONO TINTIN:
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COMICS VS. MOVIES: