Speciale Tex 32: Il magnifico fuorilegge, la recensione
Abbiamo recensito per voi Speciale Tex 32: Il magnifico fuorilegge, di Mauro Boselli e Stefano Andreucci
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
L'anomalo formato (21 x 29,7 cm), nato per celebrare il 40° compleanno dell'eroe western di casa, è stato esportato in seguito su altri personaggi di via Buonarroti 38, ma solo tra i fan del cowboy creato da Gian Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini ha riscontrato il più alto gradimento e un seguito che non ha mai conosciuto flessioni. Speciale Tex ha visto cimentarsi alcuni dei nomi più noti del panorama italiano e internazionale, divenendo in breve uno degli appuntamenti imperdibili della ricca pubblicazione dedicata ad Aquila della Notte.
È lo stesso Tex a narrare la vicenda, attorno a un falò e in una notte stellata, all'amico fraterno Kit Carson e al figlio Kit, avuto dalla compianta moglie Lilith, figlia del capo Navajos Freccia Rossa. All'epoca era un cavaliere solitario, in sella al suo unico e inseparabile compagno, lo straordinario stallone Dinamite, dall'intelligenza quasi umana. Già ricercato per la sparatoria in cui aveva vendicato l'uccisione di suo fratello Sam, voleva ad ogni costo dimostrare la propria innocenza e discolparsi dell'accusa infamante andando a caccia del vero responsabile della carneficina e del furto di Pinos Altos.
Durante questa straordinaria avventura fatta di duelli, sparatorie e imprese disperate e mozzafiato, Tex ha a che fare con criminali efferati, uomini d'affari senza scrupoli e bande di scatenati Comancheros, e incontrerà per la prima volta sulla sua strada il fiero Cochise e i suoi favolosi Chiricahua.
Il Nostro accarezzerà l'idea, mai considerata finora, di avere al suo fianco dei pard, delle persone degne di fiducia, alle quali affidare vicendevolmente la propria vita, e lo sfiorerà l'occasione - ritenuta allora ironicamente improbabile - di sposare una donna indiana.
Mauro Boselli, penna ammiraglia ed editor del ranger più famoso dei fumetti, alla sua sesta esperienza su uno Speciale, elabora un soggetto particolarmente complesso e strutturato che risolve brillantemente attraverso uno sviluppo organico, coerente e affascinante. Le sue doti di impareggiabile sceneggiatore sono galvanizzate dalla prova superba alle matite di Stefano Andreucci, assai noto ai lettori di Dampyr, che condivide con il Bos un'intesa sbocciata sull'Almanacco del West 2003, proseguita sugli albi della testata regolare Salt River (Tex 627, gennaio 20013) e Una donna in ostaggio (Tex 628, febbraio 2003).
L'artista romano, un veterano di casa Bonelli dai tempi di Zagor, nel lontano 1993, forse ispirandosi proprio alla capigliatura folta e scompigliata del Re di Darkwood, propone un'immagine scultorea del giovane Tex, sbruffona e spavalda come la descrivono i testi di Boselli, ma tuttavia immediatamente riconoscibile, consumata e rassicurante come quella della maturità.
Non è per nulla facile mantenersi fedele per ben oltre 200 tavole allo stesso ritratto per il quale non esiste un modello definitivo di riferimento: Andreucci vi riesce quasi sempre con comprensibile fatica, ispirandosi a grandi attori americani di oggi e di ieri, confezionando in aggiunta una galleria di comprimari splendidamente caratterizzati e forniti di una mimica formidabile, un dinamismo esuberante.
Il Magnifico fuorilegge, impreziosito da un ricco apparato editoriale - un'introduzione di Graziano Frediani, un'intervista ad Andreucci curata da Gianmaria Contro e un approfondimento di Luca Barbieri - è un corposo volume di 240 pagine che spiega e riafferma il successo inossidabile di Tex, a prescindere da mode e tendenze, consegnandoci un'altra sua storia irrinunciabile e, in quanto anomala rispetto la continuity seriale, certamente indimenticabile.
[gallery size="large" columns="1" ids="160815,160816,160817"]