Astonishing X-Men #1, la recensione
Un cast conflittuale e imperfetto, una missione insolita e un’ambientazione onirica: Astonishing X-Men parte con il piede giusto
Non che Astonishing X-Men sia completamente immune a questo; non siamo sicuramente di fronte a una riscrittura groundbreaking come potevano esserlo i Nuovi X-Men di Grant Morrison, ma almeno, a giudicare dal numero d'esordio, i numerosi piccoli elementi che fanno la differenza tracciano le prime pennellate di un affresco promettente.
Com’è facile immaginare, il primo numero ha principalmente il compito di presentare protagonisti, antagonisti e temi portanti, compiti che lo sceneggiatore Charles Soule svolge in modo netto e lineare. I protagonisti di Astonishing X-Men sono stati scelti tra i più reietti, discussi e ambigui moralmente degli studenti di Xavier, e per il loro tormentato passato di rapporti interpersonali con gli altri membri del gruppo. Soule mette sul piatto quanto dovuto - i trascorsi amorosi di Gambit/Rogue e Fantomex/Psylocke, i crimini passati/futuri di Alfiere e Vecchio Logan, e il “mostro dell’inconscio” che Angelo deve tenere a bada - attingendo agli elementi più interessanti del complesso background di ognuno, ma senza soffocare il lettore con troppi dettagli o minuzie.
Note positive aggiuntive: come è spesso capitato negli ultimi mesi, è difficile dire se la storia in questione prenda spunto dagli eventi del mondo reale o se gli autori siano stati inconsapevolmente più lungimiranti del previsto; fatto sta che la scena dell’attacco iniziale a Londra, descritta in modo crudo e realistico, specialmente negli effetti sui passanti “civili”, rimanda, volenti o nolenti, ai recenti, tristi eventi di cronaca, impartendo un grado di realismo forse maggiore di quanto Soule avesse preventivato.
Brilla la caratterizzazione dei personaggi, tutti presentati in modo convincente e funzionale, e che - spiace dirlo - al momento staccano di qualche lunghezza l’altra squadra che tecnicamente dovrebbe essere composta da mutanti disfunzionali e discutibili, quella protagonista di Weapon X. In Astonishing, molto più che nella serie di Greg Pak e Greg Land, le atmosfere degli X-Men “fallati”, degli eroi improbabili chiamati a un compito al di sopra delle loro possibilità si respira con più energia e convinzione. In uno scenario globale dove i mutanti sono tornati - in varie gradazioni - a un rango più vicino a quelli di figure pubbliche, le “pecore nere” spiccano ancor di più, e trovano in Astonishing X-Men un contesto e una casa particolarmente adatta alle loro imprese.
Ultimo, ma non meno importante, il contributo artistico di Jim Cheung, sontuoso e dettagliato nelle scene d’apertura, ancora caratterizzate da un’ambientazione “reale”, e che lascerebbe intravedere grandi cose negli scenari onirici e nelle potenzialità creative che un ambiente come il piano astrale offre, se non fosse che ogni numero di Astonishing X-Men sarà disegnato da un differente artista.
Difetti? A prima vista se ne intravedono principalmente due. Il primo, più concettuale e generico, è il pericolo insito nella natura stessa della storia: se da un lato un viaggio sul piano astrale è un’occasione unica per sondare la psiche nascosta dei personaggi e concedersi la massima libertà dal punto di vista creativo, dall’altro, una prolungata permanenza in un mondo onirico potrebbe portare a chiedersi quanto di ciò che stiamo leggendo sia reale, con il rischio che il tutto si risolva in una gigantesca visione/allucinazione/sogno. Ci stiamo forse fasciando la testa prematuramente, ma, da questo punto di vista, Soule farà bene a bilanciare con sapienza il reale e l’irreale e le certezze dalle incertezze per non rischiare che una grande potenzialità narrativa si trasformi in motivo di disinteresse per il lettore.
Il secondo, molto più piccolo e contingente, infastidirà probabilmente soltanto i maniaci della continuity, ma la presenza di Vecchio Logan anche in questo gruppo inizia a logorare seriamente la credibilità e la validità di un seppur ottimo personaggio: considerando la militanza in contemporanea in X-Men: Gold e in Weapon X, era davvero opportuno coinvolgerlo anche in un terzo team mutante? Difficile dire quali piani abbia in mente Soule per il personaggio, ma a meno che non si riveli essenziale ai fini della trama globale, sarebbe stato forse meglio evitare la forzatura della sua inclusione.
In conclusione: ottimo cast, buona sceneggiatura e approfondimento dei personaggi, trama portante interessante e originale. Per condurre la nave in porto, i vari team creativi che si susseguiranno dovranno evitare qualche burrasca avvistabile all’orizzonte fin da ora, ma la partenza è di buon auspicio: Astonishing X-Men è senza dubbio un gradevole invito a salire a bordo per tutti gli X-lettori.